Confindustria, l’era di Orsini: «Serve un’Italia forte in Europa»

Politica energetica senza escludere il nucleare, via libera al Ponte sullo Stretto. Lo stop al Superbonus «dovrà essere graduale», «follia discutere il Jobs Act»
Michele Di Branco
23/05/2024 Roma, conferenza stampa del nuovo presidente di Confindustria Emanuele Orsini
23/05/2024 Roma, conferenza stampa del nuovo presidente di Confindustria Emanuele Orsini

«Dialogo, identità e unità». E rilancio delle interlocuzioni, oltre che con il governo, anche con i sindacati. Confindustria chiude la stagione un po' muscolare, almeno dal punto di vista dei rapporti con le parti sociali, di Carlo Bonomi, e inaugura quella del neo presidente Emanuele Orsini.

L'industriale emiliano, eletto dall'assemblea con il 99,5% dei voti, ha ricompattato viale dell'Astronomia dopo un clima molto difficile in campagna elettorale. Primi passi decisi. Orsini ha indicato un decalogo di priorità parlando di «politica industriale europea da rilanciare», della necessità di smarcare l'Italia dalla dipendenza energetica attraverso una nuova politica che faccia un mix di fonti tradizionali e green e della esigenza degli imprenditori di poter operare in un quadro di certezza del diritto.

Nuove tecnologie, Sud («ridurre le differenze territoriali») e infrastrutture («Ok al Ponte sullo Stretto») devono stare al centro dell'agenda del Paese in un orizzonte di rilancio di trasporti, logistica e turismo. Sull'autonomia differenziata, ha detto Orsini «ci sono da rivedere alcuni capitoli». E nel dettaglio «bisogna fare dei ragionamenti che siano un po’ più complicati e complessi». Sui temi caldi di politica economica, e in particolare sul Superbonus, il presidente si è detto d'accordo sulla cancellazione invocando però prudenza in quanto «non possiamo pensare che dall'oggi al domani si possa dire stop: consentiamo almeno a chi ha avviato i lavori di concludere».

E ancora in tema immobili, Orsini ha invocato un piano casa per i giovani ed i migranti perché «le persone non arrivano e non si spostano se non hanno dove stare». Al governo, Orsini ha chiesto la conferma del taglio del cuneo fiscale e del Jobs Act («una pazzia discuterlo») e coraggio sulla prossima legge di Bilancio. «Sappiamo tutti - ha sottolineato il numero uno degli industriali - che la manovra sarà complicata ma mettendo gli attori più importanti del Paese attorno a un tavolo si possano costruire percorsi virtuosi e dare spinta agli investimenti e all'economia».

Orsini ha affrontato anche il dossier auto augurandosi che Stellantis mantenga la promessa fatta del milione di vetture da produrre in Italia. «È un tema di salvaguardia di una filiera italiana importante e riconosciuta nel mondo» ha spiegato. E sui finanziamenti governativi a favore di auto prodotte fuori dall'Europa Orsini ha detto no: «Credo che non sia corretto». In campo energetico, il capo di Viale dell'Astronomia ha sollecitato il «sostegno al nucleare non solo in campagna elettorale, ovviamente a tecnologia, con una salvaguardia ed una rete nazionale, perché è un interesse strategico. Dire lavorare sul nucleare significa essere pronti nel 2031-2032».

Orsini ha toccato il tema delicato della riforma della giustizia avvertendo che «sulla certezza del diritto dico che nel momento in cui si va a chiudere misure in modo retroattivo viene a mancare la fiducia tra l'impresa e l'istituzione. Non ce lo possiamo permettere - queste le sue parole - ma abbiamo bisogno che le imprese si possano affidare alle istituzioni».

Infine, in vista del voto continentale del 9 giugno prossimo, Orsini si è augurato un cambio di clima in quanto «serve una politica industriale europea con una cultura non anti-industriale. Basta con gli atteggiamenti ideologici e anti-industria. Ci auguriamo che la prossima Commissione europea metta al centro l'industria, che significa mettere al centro la crescita del Paese».

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