Concessioni elettriche, Comuni veneti in campo contro il monopolio Enel
Il presidente dell’Anci Mario Conte schierato accanto al presidente di Agsm Aim Federico Testa: «Il caro energia ci sta mettendo in ginocchio, chiediamo soltanto un po’ di autonomia»

L’avallo dell’Anci Veneto, l’associazione che raggruppa i 560 Comuni della regione, è arrivato. E la battaglia per cercare di scalfire il monopolio dell’Enel in fatto di distribuzione elettrica e di centrali idroelettriche, va avanti.
A farsi portabandiera della campagna “Energia, dal territorio per il territorio” è sempre Federico Testa, presidente della multiutility veronese-vicintina Agsm Aim. Che ieri, durante una conferenza in streaming, ha ribadito le ragioni della protesta veneta spalleggiato da Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente dell’Anci Veneto. «Questo – ha spiegato Conte – è un tavolo aperto, non è contro nessuno ma vuole coinvolgere chiunque veda nella situazione attuale non solo l’aspetto delle preoccupazioni, ma anche quello delle opportunità».
Al momento a condividere a viso aperto il messaggio anti monopolio sono anche Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, e Marco Staunovo Polacco, presidente di Bim Piave. Con Testa e Conte, hanno sottoscritto un manifesto riprodotto anche nel sito www.energiaperilterritorio.it, sul quale vengono sollecitate le adesioni. «Le reti elettriche sono un asset strategico per lo sviluppo del territorio – si legge nel documento – per abilitare quella transizione energetica che ci viene richiesta e che riteniamo necessaria. I cavi e i contatori che portano l’energia elettrica nelle nostre case e nelle nostre aziende sono gestiti in grandissima parte da un’unica società da oltre 30 anni.
La legge prevedeva che questo monopolio dovesse finire a partire dal 2025, in modo tale che nessun operatore potesse avere più di un quarto degli asset della distribuzione elettrica. Purtroppo, con un emendamento del governo alla legge di bilancio, si prevede che le concessioni per la distribuzione elettrica possano di fatto essere prorogate per altri 20 anni in cambio di un canone che sarà pagato allo Stato e che andrà ad aggiungersi a costi che già ci sono in bolletta».
Attualmente il provvedimento sulla distribuzione elettrica si trova nella fase di definizione del decreto attuativo, su cui si dovrebbe pronunciare anche la Conferenza Stato Regioni. «L’Autorità Antitrust – dice Testa – di recente ha raccomandato che la proroga delle concessioni non sia generalizzata, ma selettiva e motivata. Ed è in questo varco che ci vogliamo inserire noi».
Il presidente di Agsm Aim sostiene che le disponibilità finanziarie per partecipare e vincere le eventuali gare potrebbero essere reperite sul territorio, su cui dice di aver trovato disponibilità. Così ora parte l’invito a tutti e anche alle categorie economiche a partecipare alla campagna: contrariamente a quanto fatto filtrare in precedenza, non risulta che al momento le associazioni – in particolare Confindustria Veneto – abbiano ancora aderito.
La partita della distribuzione elettrica e della produzione idroelettrica (in questo caso le concessioni sulle 34 grandi derivazioni venete scadono nel 2029) vale 800 milioni di margine annuo, sostiene Testa. Risorse che potrebbero essere utilizzate per abbassare i costi dell’energia, come afferma il sindaco Conte: «Gli aumenti dell’energia – ha detto – hanno messo in ginocchio i conti dei Comuni, chiediamo solo un po’ di autonomia nella gestione della ricchezza prodotta dal territorio».
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