Compasso d’oro alla carriera per Giancarlo Zanatta: «Sono il papà dei Moon Boot»
L’imprenditore veneto ha ricevuto il prestigioso premio in piazza del Compasso d’oro a Milano dalle mani del ministro Giorgetti. Assieme a lui altre due realtà venete sono salite sul palco per ritirare il premio: la veneziana Magis e la trevigiana Secco Sistemi.

MILANO. Spenti da poco i riflettori sul Salone del mobile, Milano ha riacceso le luci sul design celebrando la XXVII edizione del Compasso d’oro, il più prestigioso riconoscimento italiano dedicato alla progettazione. E querst’anno, ad essere premiato con l’ambito premio alla carriera, è stato tra gli altri l’imprenditore veneto Giancarlo Zanatta, fondatore di Tecnica.
«Sono il papà dei Moon Boot» ha esordito, in piazza Compasso d’Oro a Milano, all’indirizzo di una folta platea che ha ricambiato con un generoso applauso, un vero e proprio abbraccio al padre di quella calzatura che, inventata alla fine degli anni ‘60, ha saputo arrivare ai giorni nostri sempre sulla cresta dell’onda.

«Da quando è nato, 55 anni fa – ha aggiunto Zanatta, affiancato dal ministro Giorgetti che gli ha consegnato il prestigioso premio – ne abbiamo venduti 25 milioni di paia. Per me è una grande soddisfazione aver creato un gruppo importante, che dà lavoro a 4 mila persone e che esporta in tutto il mondo» ha detto ancora l’imprenditore.
Impossibile restituire in due minuti l’avventura della calzatura che è uno dei simboli del made in Italy, oggetto pratico e sempre più fashion. A cimentarsi con il Moon Boot negli ultimi anni sono state infatti anche le grandi case di moda, che hanno provato a giocare con il più iconico dei doposci. Da Fendi a Jimmy Choo, da Chloé a Moncler solo per citarne alcuni hanno proposto la loro capsule, ma il più rivoluzionario resta quello classico, quello immaginato da Zanatta dopo aver visto lo sbarco sulla luna.
Anno 1969. A New York Zanatta si imbatte nella gigantografia di un astronauta con un piede sulla luna. Ne rimane affascinato. A colpirlo sono in particolare l’impronta, lo scafandro che indossa e la scritta “we are on the moon. Per giorni gli ronzeranno in testa, fino a che, tornato in Italia, l’imprenditore non mette a frutto quell’ossessione: pensando allo scarpone di quell’astronauta nascono i suoi Moon Boot.
Oltre 50 anni dopo, quella geniale intuizione, finita ai piedi di 25 milioni di consumatori nel mondo, gli è valsa il Compasso d’oro alla carriera. «Innovazione tecnologica e tipologica sono stati la bussola che ha orientato il lungo percorso progettuale e imprenditoriale di Giancarlo Zanatta – recitano le motivazioni -, portando i suoi prodotti a vertici prestazionali estremi quanto proiettandoli nell’immaginario collettivo del made in Italy».
Sul palco dell’edizione 2022 del Compasso d’Oro sono salite anche due imprese venete, entrare nei magnifici 20 premiati dall’Adi per altrettanti prodotti.

La prima è la Secco Sistemi di Treviso che ha vinto con il Zero Gravity, «innovativo sistema di ante scorrevoli a lievitazione magnetica – si legge nelle motivazioni -, adatto anche a grandi dimensioni. La scorrevolezza e l’assenza di attrito rendono particolarmente agevole l’apertura dell’anta».
E’ la seconda volta che l’azienda veneta si aggiudica premio inventato da Gio Ponti, che dal 1954 ricerca e certifica qualità e innovazione nel mondo del design.

Zero gravity è un serramento scorrevole che sfrutta il principio della levitazione magnetica passiva per fluttuare nell’aria e muoversi nello spazio con la massima facilità. Una soluzione innovativa, funzionale, in grado di migliorare la vita delle persone e le loro abitudini, promuovendo nuove idee per l’architettura.

La seconda è la veneziana Magis, un’habitué del Compasso d’Oro. L’azienda di Torre di Mosto (Venezia), nata nel 1967, produce oggetti d’arredamento più volte premiati dall’Adi: nel 2008 per Trioli (progettato da Eero Aarnio), nel 2011 per Steelwood Chair (progettata da Ronan e Erwan Bouroullec) e nel 2014 per Spun (progettata da Thomas Heatherwick). E in questo 2022 per la sedia Plato disegnata da Jasper Morrison, «essenziale e rigorosa – questo il motivo del riconoscimento -, distilla l’idea stessa della sedia, un oggetto in pressofusione in alluminio contemporaneo resistente e di lunga durata all’insegna della sostenibilità».
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