Catas, il laboratorio a servizio del mobile che misura il "valore verde" dei prodotti

UDINE - Con l’apertura di un Catas point nel pesarese, il maggior laboratorio di prova e di ricerca applicata a livello europeo nel settore del legno-arredo presidia i tre principali poli produttivi del settore in Italia.
La società di San Giovanni al Natisone si espande, dunque, anche territorialmente, e punta ad allargare il proprio raggio d’azione (che oggi copre, oltre alle attività storiche del laboratorio prove, le certificazioni) al Lca, Life Cycle Assessment, ovvero la valutazione dei ciclo di vita di un prodotto.
Sostenibilità, ecologia, salubrità sono valori per Catas, e in ragione di ciò «uno degli obiettivi che ci siamo dati per quest’anno - dichiara Franco Bulian, direttore di Catas - è arrivare a stabilire, attraverso la valutazione comprovata da test, la sostenibilità e il rispetto ambientale di un bene».

Lca è dunque una attestazione che misurerà il “valore verde” di un tavolo, un divano, una sedia.
E se questo è un obiettivo per il 2021, Catas si appresta ad archiviare ufficialmente il 2020, un anno difficile anche per la Spa friulana, che chiude con un risultato economico leggermente migliore di quello del 2019 (quando aveva chiuso il bilancio a 6,8 milioni di euro), e un numero di prove in aumento.
«Avevano iniziato l’anno molto bene, poi la pandemia ci ha travolti portandoci fino a -15% nel numero delle prove eseguite rispetto al 2019. Nella seconda parte dell’anno abbiamo recuperato chiudendo con 175 certificazioni di prodotto contro le 168 dell’anno precedente, e in questi mesi del 2021 direi che la situazione è tornata alla normalità».

Un trend che riflette «la grande vitalità di un settore, il legno-arredo, che non intende arrendersi e che negli ultimi tempi - conferma Bulian - ha risentito positivamente di un rinnovato interesse dei consumatori per lo spazio domestico, della voglia di ognuno di noi di migliorare il contesto dove siamo costretti a passare più tempo».
Segnalate in aumento da Catas «le richieste di test da parte di clienti di tutto il mondo, molti dei quali non avevano avuto alcun rapporto diretto con il laboratorio negli anni precedenti, relativamente alle emissioni. In ambito Uni – aggiunge il direttore – stiamo lavorando a una norma per la classificazione delle emissioni dai componenti del mobile per l’inquinamento indoor. Al momento non ci sono regole che derivino da leggi o normative specifiche e l’Italia potrebbe essere il primo Paese a dotarsi di una norma che permetta di classificare le superfici dei mobili in funzione delle loro emissioni e delle loro componenti, compresi i cicli di verniciatura. Tecnicamente potremmo dire che una simile disposizione permetterebbe a un produttore che voglia realizzare un mobile oggettivamente a bassa emissione di identificare nel mercato pannelli nobilitati e cicli di verniciatura più salubri».

A servizio delle aziende le camere di prova, 76 quelle in funzione, e i metodi di prova: «170 a fine 2020 contro i 138 dell’anno precedente», ancora Bulian. E ora anche la nuova sede nel pesarese: «Dopo il Friuli, per quel che riguarda il Nordest, e la Brianza, con la scelta di insediarci nel distretto cuciniere, presidiamo tutti e i tre poli del legno-arredo-mobile italiano», conclude Bulian.—
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