Botter-Mondodelvino punta alla leadership del mercato italiano: pronto il nuovo piano

Botter-Mondodelvino mira a diventare il primo player italiano del settore del vino, dietro a Giv, con un obiettivo di 400 milioni di fatturato nel 2021 e un progresso del 15 per cento

TREVISO. Botter-Mondodelvino vara un piano industriale ambizioso che mira a consolidare la base produttiva e il portafoglio di offerta scommettendo su territori in cui non è presente (come la Toscana) e rafforzando la presenza internazionale con filiali commerciali all'estero per presidiare i principali mercati.

Ne ha parlato sul Sole 24 Ore l’ad della holding Massimo Romani. Botter-Mondodelvino mira a diventare il primo player italiano del settore del vino, dietro a Giv, con un obiettivo di 400 milioni di fatturato nel 2021 e un progresso del 15 per cento.

La holding è stata costituita tra marzo e giugno dello scorso anno con la fusione tra l'azienda veneta Botter e il gruppo piemontese-romagnolo (ma con solide basi anche in Sicilia) Mondodelvino con la regia del fondo Clessidra Private Equity che tiene la maggioranza.

«Abbiamo una presenza molto forte - spiega Romani al Sole - in quasi tutte le aree vitivinicole del paese. Da Mondodelvino ereditiamo anche alcune tenute in Piemonte, Emilia Romagna e Sicilia mentre Botter ha portato in dote un patrimonio di contratti di filiera, ovvero accordi di fornitura con viticoltori in primo luogo del Veneto ma anche con l'area del Montepulciano d'Abruzzo e del Primitivo in Puglia. Non a caso Botter aveva il modello delle tre 'P': Prosecco, Pinot grigio e Primitivo alle quali va aggiunto il Montepulciano d'Abruzzo. I due gruppi alla base della holding condividono un medesimo business model: quello dei contratti di fornitura pluriennali accompagnati anche da una presenza sul territorio spesso garantita dalle famiglie fondatrici delle aziende alla base della nuova realtà».

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