Bottega nel Chianti acquista una cantina con Stefania Sandrelli

Nuovo investimento per Bottega. L’azienda vitivinicola di Bibano di Godega di Sant’Urbano ha acquisito, insieme alla famosa attrice italiana, la gestione di un’azienda in provincia di Siena
Maura Delle Case
Stefania Sandrelli e Sandro Bottega
Stefania Sandrelli e Sandro Bottega

Fontanafredda

Nuovo investimento per Bottega. L’azienda vitivinicola di Bibano di Godega di Sant’Urbano ha acquisito, insieme all’attrice Stefania Sandrelli, la gestione di una nuova cantina a Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena, nel cuore del Chianti Classico, rafforzando la sua presenza ormai storica nell’area della Docg. Chiuso il 2022 con un turnover di 86 milioni di euro, registrando una crescita del 30% sul 2021, con la nuova azienda senese Bottega amplia ancor più il suo raggio d'azione e il giro d'affari, salendo a sei sedi produttive: alla casa madre nel Trevigiano si sommano le realtà di Vittorio Veneto sempre in provincia di Treviso, Fontanafredda nel Pordenonese, Valgatara nel Veronese e nel Senese Montalcino e Castelnuovo Berardenga.

Qui la gestione targata Bottega è partita nei giorni scorsi, in concomitanza della vendemmia: la nuova azienda del gruppo produrrà in particolare Chianti Classico Docg, Chianti Classico Riserva e pregiati vini toscani. La tenuta è circondata da 13 ettari di vigneti di uve Sangiovese e Canaiolo, dove la vendemmia e le attività in vigna vengono condotte rigorosamente a mano. «Il cuore pulsante della cantina - racconta il presidente Sandro Bottega - è una suggestiva bottaia che ospita 800 ettolitri di vino. La scelta di botti grandi da 25 ettolitri, realizzate in rovere di Slavonia, sta alla base della volontà di mantenere, attraverso l’invecchiamento in legni pregiati, la tipicità toscana del Sangiovese. L’intera attività in vigna e in cantina - conclude - si svolge sotto la supervisione dell’enologo Guglielmo Pasqualin».

Come detto, la presenza di Bottega nel Chianti risale indietro nel tempo, fino al 1993 quando Stefania Sandrelli, il suo compagno Giovanni Soldati e l’imprenditore trevigiano, amici di lunga data, decidono di conoscere meglio il rosso toscano lanciando l’anno dopo l’Acino d’Oro, un Chianti classico Docg che reca in etichetta la firma dei tre. La produzione di questo Chianti è sempre stata di nicchia, pari a 130 mila bottiglie l’anno, distribuita nei principali aeroporti e ristoranti nel mondo.

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