Bonomi, da forno artigianale a leader nella produzione dei savoiardi

L’azienda veronese rivendica la scelta di mantenere la storica sede in altura, sull’altopiano della Lessinia

La redazione

VERONA. Si definiscono «il numero uno della produzione mondiale di savoiardi», e rivendicano con orgoglio la scelta di mantenere la propria sede produttiva a quasi mille metri d’altitudine, sull’altopiano della Lessinia. Ora, dal successo nel mercato internazionale, vanno alla conquista dell’Italia con i prodotti a marchio proprio. 

Era il 1850, 11 anni prima della proclamazione dell’Unità d’Italia, quando il primo forno della Famiglia Bonomi, a Velo Veronese, sull’altopiano della Lessinia, lavorava il pane, e solo qualche dolce, con acqua di montagna e materie prime semplici, coltivate e trasformate nell’aria pulita e tersa della zona. Sarà papà Umberto con la sua intraprendenza a portare avanti nel Dopoguerra la piccola attività che i suoi figli hanno poi portato “in vetta”,  trasformandola oggi in una realtà industriale internazionale. Forno Bonomi oggi è uno stabilimento che lavora h 24 su tre linee di savoiardi, sfornando complessivamente 38 quintali all’ora di prodotto, vero record mondiale, e due linee su altre ricette, come gli amaretti, sfogliatine e la tradizionale frolla veronese e altre specialità programmate in base alla domanda, cui si aggiunge il primato globale della produzione di savoiardi.

Localizzato a Roverè Veronese, a 940 m di altitudine, solo a pochi chilometri dal panificio di origine, Forno Bonomi si sviluppa su una superficie di circa 65.000 metri quadri, impiegando stabilmente circa 180 dipendenti, di cui il 90% locali: una produzione giornaliera di 900 quintali di prodotto finito, grazie a un ciclo produttivo continuo alimentato da fonti 100% rinnovabili e totalmente automatizzato, dallo stoccaggio delle materie prime, ai dosaggi degli impasti, fino al confezionamento, all’imballaggio e alla palettizzazione.

Forno Bonomi ha una quota export pari al 62% del fatturato, che si realizza complessivamente su 110 Paesi localizzati in Europa e oltreoceano: in testa marcati tradizionali come Europa (UE), cui si sono aggiunti nel tempo Stati Uniti, Cina, Giappone, Medio Oriente, Turchia, Nord Africa e si stanno espandendo il Sud America fra cui spicca il Brasile, Venezuela, Cile, Australia, Vietnam, Tailandia, Malesia.

«Abbiamo continuato a investire sul nostro territorio, pur comprendendo il maggiore impegno nel dover perseguire l’eccellenza in un luogo logisticamente più difficile. È stata una scelta etica, sociale ed economica quella di rimanere in montagna, nonostante un valido investimento in pianura sottopostoci nel 2015. Ed è stata soprattutto una scelta di identità e bontà che si manifesta nell’offerta di ingredienti sani e genuini alla base dei nostri prodotti», dichiara il presidente Fausto Bonomi.

«In poco più di un anno – prosegue l’amministratore delegato Renato Bonomi – abbiamo investito 32 milioni di euro, circa il 50% del nostro fatturato, ma questa è la condizione per vincere in innovazione sui prodotti, come le frolle al burro, i mini savoiardi,  i savoiardi bio, tradizionali e al farro. Siamo un laboratorio continuo di idee e ricette: sperimentiamo, testiamo e siamo anche pasticceri-ingegneri, perché interveniamo nello sviluppo delle macchine e la robotizzazione della produzione per mantenere l’eccellenza dei prodotti finali, sempre più in linea con le richieste del mercato, nel rispetto della tradizione e del valore del gusto Made in Italy».

Forno Bonomi, che esporta prevalentemente come private label, ha deciso che Il 2021 è l’anno per introdurre il proprio brand e affermarsi in Italia con la sua identità.

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