Biocarburanti, così Eni esporta il modello Marghera in Oriente

Da raffineria in perdita per 100 milioni di euro all’anno a bioraffineria che oggi fa profitti e partecipa ad un mercato in continua espansione, tanto da essere oggetto di futuri investimenti per 200 milioni di euro per arrivare a produrre oltre mezzo milione di tonnellate di biocarburante.
E ora Eni vuole replicare nel mondo il modello Marghera. «Possiamo fare affidamento a progetti come la bioraffineria», ha spiegato Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility, «anche per espanderci verso Oriente».
Eni Sustainable Mobility e LG Chem, il principale produttore di prodotti chimici della Corea del Sud, hanno infatti avviato la valutazione dello sviluppo e gestione di una nuova bioraffineria presso il complesso chimico Daesan di LG Chem, 80 chilometri a sud-ovest di Seul.
Le aziende hanno annunciato ieri che stanno esaminando insieme la fattibilità tecnica ed economica del progetto e la decisione finale sull’investimento è prevista entro il 2024 mentre l’impianto potrebbe essere completato entro il 2026 all'interno del complesso petrolchimico integrato già esistente a Daesan.
Per spiegare l’iniziativa ieri a Marghera erano presenti, oltre all’Ad Ballista, Giuseppe Ricci, direttore generale Energy Evolution di Eni, Luigi Ciarrocchi, CCUS, Forestry and Agro-Feedstock Director di Eni, e Raffaella Lucarno, a capo del Biorefining & Supply and Biomethane.
La nuova bioraffineria potrebbe così sfruttare la catena di valore integrata di LG Chem e le strutture e i servizi presenti nel sito industriale. La possibile bioraffineria punta a soddisfare la crescente domanda di carburanti più sostenibili e di materie plastiche prodotte da processi a ridotte emissioni di carbonio, nonché a contribuire alla progressiva decarbonizzazione dei settori energia e mobilità.
La bioraffineria potrebbe trattare circa 400.000 tonnellate di materie prime biogeniche all'anno utilizzando la tecnologia Ecofining sviluppata da Eni in collaborazione con Honeywell UOP. LG Chem, è scritto nella nota che annincia l’intesa, lavorerà ora a stretto contatto con Eni per aumentare la visibilità del suo marchio integrato eco-friendly LETZero. Eni porterà nel progetto la sua vasta esperienza nella bioraffinazione, oltre alla tecnologia proprietaria Ecofining.
In futuro l’impianto di Marghera produrrà idrogeno da gas naturale e permetterà di incrementare la capacità produttiva del sito. Il progetto prevede proprio l’implementazione di una sezione che sarà in grado di produrre oltre 200 kt/anno di Biojet per un investimento di circa 200 milioni di euro. Secondo il cronoprogramma di Eni l’avvio delle unità è previsto per il primo semestre del 2024.
«L’Eni Biojet è uno dei prodotti di punta della nostra offerta per la decarbonizzazione» ha spiegato Ballista. Attualmente l’Eni Biojet è stato testato con successo in occasione del volo per la celebrazione del centenario dell’autodromo di Monza.
Viene prodotto a Livorno in sinergia con la bioraffineria di Gela e in futuro ci saranno due impianti dedicati alla produzione di SAF nelle bioraffinerie Eni di Venezia e di Gela che dal 2024 metteranno sul mercato i quantitativi necessari a soddisfare anche gli obblighi previsti dalla normativa europea. Dal 2024 è dunque previsto il potenziamento della capacità di lavorazione della bioraffineria fino a 560 mila tonnellate all’anno con una produzione complessiva di biodiesel che arriverà a circa 420 mila tonnellate all’anno.
Riproduzione riservata © il Nord Est