Benetton, ok ai conti in rosso: Claudio Sforza nuovo Ad

Il Cda ha approvato all’unanimità il bilancio: la perdita ammonta a 230 milioni. Edizione pronta a stanziare subito 150 milioni in attesa del nuovo piano

Giorgio Barbieri
Claudio Sforza, nuovo amministratore delegato
Claudio Sforza, nuovo amministratore delegato

Chi si aspettava che a Ponzano il consiglio di amministrazione di Benetton Group si trasformasse in un ring è rimasto deluso. Massimo Renon infatti non ha risposto alle accuse che Luciano Benetton gli aveva rivolto nei giorni scorsi provocando un vero e proprio terremoto. Il Cda del gruppo di Ponzano, l’ultimo sia per l’amministratore delegato che per l’ottantanovenne imprenditore, si è infatti svolto in un clima di sostanziale fairplay reciproco tanto che, dopo tre ore di discussione, ha approvato all’unanimità il progetto di bilancio 2023, che sarà poi sottoposto all’approvazione dell’assemblea dei soci prevista per il 18 giugno. Sono confermati i numeri che erano circolati nei giorni scorsi, dopo il duro sfogo del patriarca Luciano: ammontano a 1.098 i milioni di ricavi, con una perdita netta di 230 milioni di cui 150 dovuti a svalutazioni.

il futuro dei maglioni

Si è trattato dell’ultimo board del gruppo di abbigliamento con questa composizione, con Massimo Renon in veste di amministratore delegato e Luciano Benetton come presidente esecutivo: il board è infatti in scadenza e sarà nominato ex novo dall’assemblea convocata per il prossimo 18 giugno. Con ogni probabilità all’interno del Consiglio non saranno più presenti rappresentanti della famiglia (fino ad oggi sedevano, oltre a Luciano Benetton, Christian Benetton, figlio di Carlo, Carlo Bertagnin Benetton, figlio di Giuliana, ed Ermanno Boffa, marito di Sabrina e genero di Gilberto), ma solo manager indipendenti. E sempre ieri è stato annunciato anche il nome della persona scelta per ristrutturare e rilanciare, per conto della famiglia, l’azienda di abbigliamento che porta il suo nome. Si tratta di Claudio Sforza, dirigente di lungo corso con un passato in aziende come Ilva, Poste, Wind e Gamenet e un presente in Astaldi. Il manager dovrà decidere come impiegare i 150 milioni che la famiglia ha già dedicato al rilancio della società, prima tranche di un piano più ampio da 260 milioni, affiancando un piano di taglio dei costi a uno di investimenti sui punti vendita e sul prodotto.

i numeri

Edizione dunque staccherà un assegno di 150 milioni la prossima settimana, risorse che dovrebbero servire per gestire l’emergenza per almeno dodici mesi. Si tratta però di una soluzione che serve a guadagnare tempo. Il piano industriale messo a punto nel 2020 da Renon, arrivato a Ponzano da Marcolin, non ha raggiunto gli obiettivi prefissati. E se i primi due anni sono stati giustificati a causa del Covid, gli ultimi dodici mesi hanno però fatto emergere i limiti della strategia e soprattutto le perdite consistenti dell’esercizio 2023.

Una crisi di che viene da lontano

Tra i numeri ricordati dallo stesso Luciano Benetton spiccava il fatturato 2012, anno in cui il fondatore fece un primo passo indietro (per poi rientrare sei anni dopo nel 2018): due miliardi contro il miliardo del 2022 e questo nonostante la maggior parte delle aziende della moda, di qualsiasi segmento, dal fast fashion all’alta gamma, siano tornate e spesso abbiano superato i dati del 2019 già nel 2022. In Edizione non hanno infatti nascosto la sorpresa quando si sono appresi i risultati di Benetton, ma al tempo stesso c’è stata la immediata volontà di individuare le soluzioni più opportune.

Al di là dell’amarezza per le difficoltà del gruppo di Ponzano, che rappresenta circa l'1% del business della holding di famiglia, Edizione ha sottolineato di «aver sempre supportato la società, 350 milioni negli ultimi tre anni, e continuerà a farlo nei prossimi anni». Infatti se tutte le voci principali del portafoglio delle partecipazioni di Edizione portano guadagni, Benetton Group è quella che da tempo i soldi li drena.

Ora a Claudio Sforza va il compito di riuscire a invertire la rotta. 

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