Bakel, proprietà friulana al 100%. Culti Milano cede la sua quota

Ora l’azienda di prodotti per la cura della pelle fa capo a Raffaella Gregoris, fondatrice del marchio. Il 2025 è atteso chiudere con ricavi in crescita del 20%, dai 4 milioni del 2024

Maura Delle Case
Raffaella Gregoris è la fondatrice e presidente di Bakel
Raffaella Gregoris è la fondatrice e presidente di Bakel

Bakel, l’azienda proprietaria dell’omonimo marchio di advanced clean beauty, fondata nel 2009 da Raffaella Gregoris, è tornata al 100% nelle sue mani, dunque di proprietà friulana.

Dopo essere scesa dal 50,1% al 22,13% lo scorso anno, Culti Milano ieri ha infatti ceduto a Gregoris anche la partecipazione residua in Bakel, uscendo del tutto dalla società. A rilevare le quote è il socio di maggioranza Mgb, riconducibile alla fondatrice, per un corrispettivo di 1,2 milioni di euro.

«L’operazione attuale rappresenta il completamento di un percorso iniziato alla fine di dicembre dello scorso anno, che si è completato con il ritorno dell’imprenditore alla guida totale dell’azienda – sottolinea Gregoris –. Il percorso intrapreso aveva in un primo momento valutato la possibilità della quotazione in Borsa, ma la complessità della gestione dei capitali in Italia e l’incertezza dei mercati hanno suggerito di abbandonare tale ipotesi. Possiamo quindi affermare con soddisfazione che questa decisione è stata guidata dalla volontà tracciata un anno fa, consolidando l’identità di Bakel come Pmi innovativa, la cui proprietà oggi è interamente friulana».

Il marchio, che dal 2009 a oggi ha rivoluzionato il mondo dell’advanced clean beauty a suon di innovazioni – sono 12 i brevetti registrati –, è tornato infatti completamente nelle mani di Gregoris che insieme all’amministratore delegato, Jacopo Mazzolin, entrato in azienda l’anno scorso, portando in dote la sua esperienza maturata a livello internazionale in settori quali il farmaceutico e il biogenetico, sta lavorando con determinazione per spingere l’azienda sul sentiero della crescita e dello sviluppo. In Italia, che resta il mercato di riferimento, ma anche all’estero, con particolare attenzione al Far East, un’area particolarmente ricettiva in termini di innovazioni legate al mondo dello skincare, come del resto ha dimostrato il recente lancio di Bakel in Cina, «accolto – racconta Gregoris – con grande entusiasmo».

Il settore dell’advanced clean beauty sta registrando negli ultimi anni una crescita double digit, nell’ordine del 15%, ed è quest’onda che Bakel intende cavalcare, forte di tecnologie e innovazioni brevettate – e pluripremiate – come Jalu 3D, patch con filamenti tridimensionali di acido ialuronico. Una delle principali innovazioni introdotte da Bakel che propone formulazioni con il 100% di principi attivi, che garantiscono risultati visibili e trasformativi, e completamente prive di ingredienti superflui: senza conservanti, derivati del petrolio, siliconi e coloranti.

L’azienda udinese ha chiuso il 2024 a 4 milioni di ricavi, in crescita del 15% sui 3,5 milioni dell’anno precedente e ha visto il ritorno della marginalità con un Ebitda di 529 mila euro a fronte del saldo negativo per 65 mila euro dell’anno precedente. Positiva anche l’ultima riga del bilancio, che ha chiuso con un risultato netto di 62 mila euro a fronte di una perdita netta registrata nel 2023 pari a 97 mila euro. Un trend positivo che, stando alle previsioni, dovrebbe confermarsi anche per l’anno in corso con un ulteriore aumento del fatturato fino al 20%.

Un balzo reso possibile dall’ulteriore sviluppo del canale farmacie in Italia – oggi, insieme alle profumerie, Bakel è presente in 350 punti vendita –, all’espansione dei mercati – all’Italia si affiancano Taiwan, Cina, Europa e più recentemente Israele e America Latina – e ancora all’e-commerce, che rappresenta attualmente circa il 5% del fatturato. Il tutto senza dimenticare le Spa di lusso, dove Bakel si è fatta spazio ormai da qualche anno, guadagnandosi presitiose “vetrine” del calibro di Borgo Egnazia a Ferragamo Il Borro, passando – alle nostre latitudini – per le spa dell’Hammerack Hotel a Malborghetto Valbruna, dell’Hotel Duchi di Piazza Unità d’Italia a Trieste e delle terme di Grado.

 

Riproduzione riservata © il Nord Est