La partita del futuro di Armani: il 15% ai big francesi o a EssiLux
Le disposizioni dello stilista: la sua società a un grande gruppo del lusso. L’alternativa è la quotazione. Il gruppo di Agordo: «Onorati, valuteremo»

L’ultimo atto di Giorgio Armani, reso pubblico ieri con l’apertura del testamento, è un trattato di architettura societaria. La Fondazione Giorgio Armani, destinataria della nuda proprietà del 90% del capitale e della piena proprietà del restante 9,9%, sarà il perno del futuro. Entro diciotto mesi dalla morte del fondatore, dovrà cedere il 15% a un grande gruppo del lusso: Lvmh, L’Oréal, EssilorLuxottica o un player di pari standing. È la prima tappa di un passaggio di consegne ordinato, che apre la strada a un socio strategico e ridisegna gli equilibri assembleari.
Tra il terzo e il quinto anno sarà possibile una seconda operazione: la vendita di un ulteriore pacchetto tra il 30 e il 54,9% allo stesso acquirente o, in alternativa, la quotazione in Borsa. In ogni scenario, la Fondazione non dovrà mai scendere sotto il 30,1%, mantenendo un presidio stabile sull’identità della maison.
Armani ha chiuso il 2024 con ricavi per 2,3 miliardi, un utile ante imposte di 74,5 milioni e liquidità per 569,7 milioni. Un bilancio solido, coerente con l’imperativo dello stilista: zero debiti, reinvestimento degli utili, gestione prudente. «Dovranno essere rispettati i principi fondanti dell’azienda, oltre che lo stile e l’etica», ha scritto nelle disposizioni.
I pretendenti sono giganti abituati a misurarsi con partite miliardarie. Lvmh, guidata da Bernard Arnault, ha registrato nel 2024 un fatturato di 84,7 miliardi; L’Oréal, leader mondiale della cosmesi, ha chiuso lo stesso anno con 43,48 miliardi di ricavi; EssilorLuxottica, il gruppo italo-francese dell’occhialeria, ha realizzato un giro d’affari di 26,5 miliardi.
Le reazioni non si sono fatte attendere: «Siamo commossi e onorati che il signor Armani abbia preso in considerazione L’Oréal», ha dichiarato il gruppo francese, «valuteremo attentamente questa prospettiva». «Sono un grande ammiratore del talento di Giorgio Armani, che era un vero genio. Se in futuro dovessimo lavorare insieme, Lvmh avrebbe a cuore di rafforzare ulteriormente la sua leadership a livello globale», ha detto Arnault. «Siamo orgogliosi della stima che» lo stilista «ha voluto riporre nel nostro gruppo e nel nostro management. Valuteremo con attenzione, insieme al board, questa prospettiva evolutiva che merita un’attenta riflessione, alla luce dei profondi rapporti che già legano i due gruppi» ha fatto sapere un portavoce di EssiLux.
Ed è sul gruppo fondato da Leonardo Del Vecchio e guidato da Francesco Milleri che molti riflettori sono puntati. Perché il filo rosso, che ha legato in vita i due imprenditori, attraversa quasi quattro decenni di capitalismo italiano, in una trama che mescola destino personale e visione imprenditoriale. Nel 1988 firmarono il primo contratto di licenza, un evento che avrebbe cambiato per sempre il mercato: gli occhiali smettevano di essere dispositivi medici per diventare accessori di moda, specchi della personalità.
Lo stilista entrò anche nel capitale di Luxottica, con una quota del 5%, sancendo un sodalizio che sembrava inscalfibile. Nel 2002 arrivò la rottura, con il passaggio della licenza a Safilo, ma nel 2012 la firma del ritorno al gruppo di Agordo a partire dal primo gennaio 2013. «Il rapporto con EssilorLuxottica è stato un punto cardine del mio percorso», ricordava Armani nel 2022, al momento del rinnovo quindicennale della partnership, pochi mesi dopo la scomparsa di Del Vecchio. «Nato dalla stima personale e professionale, ha condotto a scelte di grande audacia imprenditoriale».
Milleri ricordava la somiglianza tra i due: «Leonardo Del Vecchio ha trovato in Giorgio Armani un imprenditore con la stessa passione per la qualità e l’innovazione». Armani appoggiò l’aggregazione tra Luxottica ed Essilor nel 2018, conferendo le proprie azioni, trasformate in una quota di poco superiore al 3%, del valore di circa 2,5 miliardi. Un capitale che nel testamento dello stilista è stato suddiviso con geometria millimetrica tra familiari e collaboratori storici.
Tra le altre disposizioni Armani ha stabilito che la sorella Rosanna e i nipoti consentano a Leo Dell’Orco, compagno e partner anche negli affari, di noleggiare per quattro settimane l’anno il megayacht Main. Disposto anche che sull’imbarcazione venga ospitato per due settimane l’anno Michele Morselli e i suoi famigliari. La proprietà dello yacht è de L'Immobiliare srl, la cui maggioranza appartiene alla sorella e ai nipoti dello stilista.
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