Alla Fantoni il più grande impianto fotovoltaico sui tetti di un’azienda
Sulle coperture dello stabilimento produttivo saranno posati in totale oltre 27 mila pannelli. I materiali sono movimentati da un elicottero. Fine lavori entro il mese di ottobre. L’investimento vale 13 milioni: garantirà la copertura del 5% del fabbisogno energetico

Sarà il più grande impianto fotovoltaico mai realizzato in Italia su un tetto industriale. Il primato, sulla carta, spetta all’imponente investimento in corso sulle coperture degli stabilimenti produttivi della Fantoni di Osoppo: con una capacità di produzione pari a 12,15 MWp, l’impianto – la cui conclusione dei lavori è prevista entro il prossimo ottobre – si candida a diventare un punto di riferimento a livello nazionale ed europeo per scala, impatto ambientale e complessità ingegneristica.
Dal valore complessivo di circa 13 milioni di euro, di cui 10 finanziati da Crédit Agricole Italia nell’ambito del programma Net Zero supportato dalla Banca Europea per gli Investimenti, l’impianto sarà composto da circa 27.600 pannelli fotovoltaici di ultima generazione. Ognuno con una potenza di 440 Wp, copriranno una superficie di 130.000 metri quadrati, pari a 18 campi da calcio regolamentari. La produzione attesa è di 13,37 GWh all’anno, energia sufficiente ad alimentare i consumi medi di oltre 4.900 famiglie italiane.
L’intervento permetterà di evitare ogni anno oltre 4.000 tonnellate di CO₂, che in vent’anni equivalgono a più di 80.000 tonnellate di emissioni evitate. Un beneficio ambientale paragonabile al “lavoro” annuale di oltre 130.000 alberi.

Un impatto dunque in linea con la filosofia green del gruppo Fantoni, che da sempre adotta un ciclo integrato – dalla materia prima al prodotto finito– per creare valore attraverso tecnologie sostenibili e processi innovativi.
Grazie a questo investimento, il gruppo friulano potenzierà il proprio mix di autoproduzione energetica che , con otto centrali idroelettriche e caldaie a biomassa, copre già oggi quasi il 70% del fabbisogno da fonti rinnovabili.
«È un tassello molto importante nel complesso scacchiere energetico di un’azienda energivora – dichiara Paolo Fantoni, presidente del gruppo friulano fondato nel 1882 e leader nella produzione di pannelli Mdf, truciolari, mobili per ufficio, laminati e sistemi fonoassorbenti –, ma non possiamo esimerci dal rimarcare come questo impianto “da record” consentirà di coprire appena il 5% del nostro fabbisogno elettrico annuo. Gli obiettivi aziendali ed europei rimangono molto sfidanti ed il percorso di decarbonizzazione dei settori hard-to-abate richiederà un impegno globale ancora per molti anni a venire».

Il progetto si avvale di una filiera interamente europea: i pannelli sono forniti dall’austriaca Sonnenkraft, i profili di sostegno dall’olandese PanelClaw, mentre la posa è affidata alla trentina Nyox che per ottimizzare logistica e tempi di montaggio, sta utilizzando un elicottero per sollevare e posizionare i materiali direttamente sulle varie sezioni di copertura: una strategia che riduce al minimo l’impatto e garantisce rapidità e precisione, tanto che la fine lavori è attesa con due mesi di anticipo rispetto alle previsioni.
«Con questo progetto – sottolinea Alex Bottini, Ad di Nyox – siamo davvero orgogliosi di mettere a disposizione le nostre competenze tecniche e costruttive per un impianto che rappresenta un nuovo record nazionale nel campo delle energie rinnovabili, oltre a contribuire in modo significativo alla decarbonizzazione di un polo industriale strategico del Nordest».
L’avvio dei lavori, nei giorni scorsi, è coinciso con l’archiviazione di un primo semestre sopra le attese.
«Chiudiamo i primi sei mesi del 2025 con un +3% di fatturato di gruppo rispetto all’anno passato, che è un risultato superiore di circa 5 punti percentuali rispetto a quello previsto dal nostro budget – fa sapere il presidente Fantoni –. Possiamo essere abbastanza contenti per aver tenuto le posizioni, specie alla luce dell’arretramento del pannello europeo che nel primo trimestre dell’anno è andato al ribasso su molte produzioni».
«Va detto che non si è ancora sentito l’impatto dei dazi americani e ora siamo ansiosi di capire quale sarà l’esito delle negoziazioni tra Europa e Usa. Per il secondo semestre – conclude Paolo Fantoni – al momento non è ancora chiaro cosa ci possiamo aspettare».
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