Al Masaf raggiunto l’accordo sul prezzo del latte
Si stemperano le tensioni che nelle ultime settimane hanno fatto temere una nuova crisi, dopo che le quotazioni sono scese dai massimi di 66,68 centesimi al litro, fino ai 51,53 centesimi al litro attuali.

Sembrano stemperarsi le tensioni sul prezzo del latte che nelle ultime settimane hanno fatto temere una nuova crisi, dopo che le quotazioni sono scese dai massimi di 66,68 centesimi al litro, fino ai 51,53 centesimi al litro attuali.
Le associazioni rappresentative della filiera lattiero-casearia hanno raggiunto ieri al ministero dell’Agricoltura un accordo sul prezzo del latte «frutto della prosecuzione dei lavori della scorsa settimana grazie all’intervento di mediazione del ministro Lollobrigida e alla responsabilità delle parti». Lo indica il Masaf in una nota.
Il ministero, prosegue la nota, «come sempre per quanto di sua competenza, assicura il suo sostegno alla filiera attraverso plurime misure come il bando indigenti, con campagne di comunicazione dedicate, ma soprattutto affiancando le imprese nell’incessante lavoro di internazionalizzazione e di promozione dei prodotti lattiero-caseari in Italia e all’estero».
Soddisfazione da parte di Coldiretti: «Il raggiungimento di un’intesa sul prezzo è fondamentale per dare prospettive alle stalle e raggiungere l’obiettivo di non lasciare a terra neppure un litro di latte, dopo le incertezze delle ultime settimane che rischiavano di compromettere il futuro di un settore cardine del made in Italy a tavola», il commento dell’organizzazione che ringrazia il ministro Lollobrigida «per il senso di responsabilità dimostrato».
In agosto, sul mercato spot — quello di chi ha bisogno subito della materia prima — per un litro di latte servivano poco meno di 70 cent, adesso siamo attorno ai 50 cent: un crollo del 30% che ha preoccupato i produttori, spaventati anche dalle disdette che alcuni caseifici stanno dando sui contratti a prezzo prefissato che altrimenti si sarebbero rinnovati automaticamente il primo gennaio 2026. Dinamiche di mercato, certo, ma con picchi e cadute che ricordano più le quotazioni del settore tech che non il latte. Poi il calo delle ultime settimane, a causa di una domanda inferiore per i formaggi Dop.
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