Illycaffè festeggia 90 anni «Impresa etica e sostenibile»
Andrea Illy: «Così mio padre Ernesto, in viaggio su una Topolino, portò a Trieste il miglior caffè del Brasile. La nostra continua ricerca di qualità»

Rigore e etica come valori fondanti: «La nostra famiglia è valdese. Mio nonno Francesco, immigrato ungherese, arriva a Trieste dopo la Prima guerra mondiale. Ha studiato economia a Timisoara e lavorato a Vienna. Comincia lavorando nel campo del cacao e del caffè, che da tutto il mondo arrivano nel porto di Trieste», racconta il presidente Andrea Illy. Illycaffè, una delle aziende simbolo dell’impresa familiare del Nord Est, festeggia 90 anni di vita mercoledì con una cerimonia nello stabilimento triestino presenti tutti i dipendenti con i familiari. Oggi Illycaffè serve 8 milioni di tazzine al giorno in più di 140 Paesi.
Andrea Illy, tutto comincia nel grande emporio della Trieste imperiale e mercantile. Chi era il fondatore Francesco Illy?
Francesco Illy non era solo un imprenditore e un commerciante, che si riforniva e vendeva caffè dal Brasile e dall'Africa, ma anche un inventore. Nel 1933 fonda, assieme a Roberto Hausbrandt quale socio paritetico, l'Industria Illy & Hausbrandt. Rivoluziona il confezionamento del caffè con una nuova tecnologia di pressurizzazione. Poi inventa Illetta, considerata il modello per le moderne macchine da caffè espresso. Illy ottiene un successo immediato presso hotel, ristoranti e caffè in Italia e iniziò ad esportare in altre parti d'Europa. Nel 1939 apre la prima filiale a Zurigo.

Nel dopoguerra, in azienda entra suo padre Ernesto, che segnerà un pezzo di storia industriale del caffè. Come continua la storia?
Mio padre voleva subito mettersi al lavoro, ma mio nonno insisteva perché studiasse prima chimica a Bologna. Quando entra in Illy, dopo aver conseguito il dottorato, fonda il nostro primo laboratorio di ricerca e sviluppo. Più tardi inizia a fare lunghi viaggi con la “Topolino” in Europa e in Brasile. In uno di questi viaggi, sulle Dolomiti, incontra mia madre.
Ernesto fu un grande scienziato. Quali furono le sue scoperte?
Dopo avere preso il controllo dell’azienda, negli anni ’50 confeziona per la prima volta il nostro caffè macinato in lattine più piccole per uso domestico. Nel 1974 cura il lancio delle prime cialde per espresso monodose che rivoluziona il mondo del caffè. Nel 1980 Illy sbarca negli Stati Uniti, facendo conoscere agli americani il nostro espresso italiano nei migliori ristoranti e alberghi. E nel 1988 brevetta la tecnologia fotocromatica che oggi ci consente di selezionare digitalmente solo i chicchi migliori. Ogni anno a New York consegniamo ai primi tre nostri produttori il premio a lui intitolato.
Illycaffè ha il forte dna di una impresa familiare. Lei quando arriva in azienda?
Nel 1990 all’età di 26 anni dopo avere studiato chimica come mio padre. Durante un viaggio in Giappone ho appreso i sistemi di qualità totale della Toyota. In azienda trovo i miei fratelli Francesco, che apre Illy al mondo dell’arte, Riccardo, lo stratega e l’anima commerciale, e mia sorella Anna, che cura gli acquisti. Dopo la nomina a Ceo (Riccardo sarà in due periodi sindaco e poi governatore del Fvg, ndr) sviluppo un programma di formazione dei nostri coltivatori per migliorare i loro raccolti. Risale a questo periodo anche la decisione di distribuire il caffè Illy in tutto il mondo dopo aver lanciato un premio in Brasile per i coltivatori. Oggi possiamo importare il caffè direttamente dai produttori e siamo presenti in 140 Paesi. Ogni nostro chicco è tracciabile in una rete di commercio equo e solidale.

Negli anni Duemila è proseguita l’espansione.
Con il lancio della Illy Art Collection, che fu un’idea di Francesco, abbiamo chiesto ad artisti di tutto il mondo di decorare una tazzina di caffè espresso Illy. Il nostro logo è stato disegnato da un maestro della pop art come James Rosenquist nel 1996. Nel 2002 il fotografo Sebastião Salgado ha ritratto i nostri coltivatori in tutto il mondo: un progetto durato 14 anni in 10 paesi e culminato in una grande mostra. Risale a questo periodo il lancio degli espresso bar Illy indipendenti, seguiti dai caffè Illy e dagli Illy shop. Tra le innovazioni di prodotto ricordo anche la capsula iperEspresso.

Nel 2013 Ethisphere nomina Illy una delle aziende più etiche.
Ogni nostro chicco è tracciabile in una rete di commercio equo e solidale. Abbiamo promosso la qualità e la sostenibilità del caffè coinvolgendo una rete più ampia di coltivatori, torrefattori, istituzioni e rivenditori. Una svolta si è avuta nel 2015 in occasione dell’Esposizione Universale di Milano. Ci è stata affidata la supervisione del padiglione del caffè dove abbiamo ospitato il primo Global Coffee Forum coordinato da Jeffrey Sachs. Un successo con 13 milioni di visitatori.
Il cambiamento climatico è una bella sfida..
A Milano Sachs ha presentato uno studio che dimostra come ill 50% delle regioni che coltivano il caffè rischiano di non essere più produttive entro il 2050. Alla Illy ci siamo impegnati a diventare carbon-neutral entro il 2033 e per raggiungere questo obiettivo ambizioso ci stiamo concentrando su un’agricoltura sempre più rigenerativa di cui siamo pionieri.
Qual era l’ambizione di suo nonno e di suo padre?
Offrire il miglior caffè al mondo. Non siamo mai scesi a compromessi sui nostri valori. Paghiamo ai nostri coltivatori in media il 30% in più rispetto al prezzo di mercato dei chicchi di caffè e siamo costantemente riconosciuti come una delle aziende socialmente più responsabili al mondo.
La famiglia Illy ha poi aperto le porte a manager indipendenti. Un connubio riuscito?
Certamente. Nel 2016, con la nomina di Massimiliano Pogliani a Ceo, abbiamo deciso di seguire un modello di azienda familiare a guida manageriale grazie anche all’apertura del capitale al nuovo socio Rhone Capital e all’ingresso in cda di personalità di prestigio. Questo modello ci ha garantito una governance molto stabile. Dal 2021 il nuovo Ceo Cristina Scocchia sta realizzando gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Il fatturato è cresciuto dai 30 milioni del 1990 ai 600 milioni circa di oggi.
Le nuove generazioni avanzano?
Si stanno tutti formando fuori dall’azienda in base a un patto che abbiamo siglato nel 1996. Loro sono il futuro della Illycaffè.—
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