Il sindaco di Schio dice no alla fusione fra Ava ed Etra

«Al rientro dalle ferie voglio presentare un piano industriale che prevede un’integrazione con Agno Chiampo Ambiente e che metta la parola fine sulle ipotesi di fusione con le grandi multiutility, che si chiamino Etra, Hera, Ascopiave o altro ancora».
A spiegare i motivi di una netta opposizione alla paventata fusione di Alto Vicentino Ambiente con la padovana Etra è il sindaco di Schio Valter Orsi, titolare del 24% delle quote della società che gestisce il ciclo dei rifiuti di una trentina di comuni dell’Alto Vicentino. «Uno studio commissionato all’Itis De Pretto di Schio» spiega Orsi «descrive come per la nostra zona industriale passino ogni giorno circa 12 mila macchine e autoveicoli. Noi cerchiamo di limitare l’uso delle auto per ridurre l’inquinamento ma, dati alla mano, abbiamo scoperto che la sola linea 2 dell’inceneritore di Ca’ Capretta, pure perfettamente a norma, produce emissioni pari al traffico giornaliero di 60 mila auto.
Per questo sto lavorando per presentare ai sindaci soci di Ava un piano industriale alternativo che non prevede una fusione con Etra ma l’integrazione, per altro sul tavolo da tempo, con la vicentina Aca (Agno Chiampo Ambiente). Un percorso che non solo ci permetterebbe di rimanere in linea con la legge regionale sui bacini di gestione dei rifiuti, ma pure di procedere ad un ulteriore incremento della raccolta differenziata in un’area ancora più vasta. Un’ipotesi che ci permetterebbe di chiudere la linea 2 dell’inceneritore di Ca’ Capretta e di riconvertirlo in un impianto per la produzione di una Materia Prima Secondaria di grande interesse». E se il sindaco di Schio individua in 5 anni i tempi di realizzazione del progetto e in 4 o 5 milioni di euro i costi, i dividendi diretti dei comuni soci verrebbero rivisti al ribasso.
«L’operazione ridurrebbe i dividendi per i comuni di un buon 20%» continua Orsi «ma garantirebbe loro la disponibilità di un materiale di recupero ad alta resistenza che a Schio già usiamo nei nuovi interventi di arredo urbano con risparmi tali da coprire ampiamente il taglio dei dividendi di Ava». Mentre le principali multiutility del Veneto sono impegnate in grandi percorsi di integrazione e si rincorrono le voci di contatti informali tra Schio e Hera (per altro seccamente smentite dal primo cittadino), la chiusura della seconda linea dell’inceneritore di Ca Capretta metterebbe la parola fine all’operazione di fusione con Etra, che proprio dalla piena operatività dell’impianto prendeva avvio. «Credo che sia importante per i cittadini avere il pieno controllo delle società che gestiscono il ciclo dei rifiuti» spiega Orsi. «L’integrazione con Etra o con un’altra grande multiutility, che si chiami Hera o Ascopiave, Aim o Agsm, rischia di trasformare una società pubblica in una piccola appendice di una grandi realtà che lavora con logiche privatistiche».
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