Il rigassificatore di Rovigo verso gli olandesi di Vitol: Snam pronta a salire

A giorni la firma per le quote di ExxonMobil e Qatar Energy. L’offerta del fondo è salita a circa 800 milioni di euro
Giorgio Barbieri

È ormai una questione di giorni la firma dell’accordo per la cessione del rigassificatore di Rovigo, la più grande infrastruttura energetica del Paese che assicura il 12% dei consumi nazionali. Dopo l’improvviso stop alla trattativa con gli americani di BlackRock, ExxonMobil e Qatar Energy stanno ora per chiudere l’accordo per uscire da Adriatic Lng (la società proprietaria dell’infrastruttura da 9 miliardi di metri cubi l’anno) vendendo le loro quote a Vtti Energy Partners, la cordata composta dalla multinazionale olandese Vitol insieme con il fondo australiano Ifm e Adnoc. A dare l’accelerata alle trattative è stata l’offerta salita a 750-800 milioni di euro. Dalle società coinvolte non arrivano né conferme né smentite, ma più fonti vicine al dossier sono concordi nel dire che le negoziazioni sono arrivate ormai nella fase finale.

E alla finestra resta ancora Snam, che oggi detiene il 7,3% e ha un’opzione per salire al 15 o al 30%. «Su Adriatic Lng esiste un accordo fatto con gli attuali soci, per cui in caso di operazione straordinaria avremo l’opzione di far salire la nostra quota, se ci saranno le condizioni, al 15 o al 30%», aveva spiegato l’amministratore delegato Andrea Venier presentando il piano industriale, «queste due opzioni si accompagnano a una equilibrata ridefinizione del nostro ruolo nella società, dove riteniamo possa esserci un contributo sulla parte tecnica, in quanto siamo gestori di altre quattro strutture di rigassificazione. Il patto è dettagliato e non è previsto che l’amministratore delegato sia nominato anche col 30%, ma magari parteciperemmo alla sua scelta».

E infatti all’origine della rottura con BlackRock ci sarebbe stato proprio il mancato accordo sulla futura governance dell’azienda. Un tema che il governo sta seguendo con particolare attenzione dato che riguarda la più importante infrastruttura energetica del Paese. Non è escluso che da Roma abbiano fatto sapere che la gestione di una società così strategica per l’autonomia energetica italiana dovesse trovare anche il benestare della politica.

L’ipotesi più accreditata è infatti che Snam eserciti la prelazione per aumentare la partecipazione fino ad arrivare al 20-30% del rigassificatore. La prelazione, però, sarà esercitabile dopo che ExxonMobil avrà concluso l’accordo. Adriatic Lng nel frattempo ha presentato al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica un progetto per aumentare la capacità autorizzata, ottimizzando la gestione del terminale, con cui si passerebbe da 9 a 9,6 miliardi di metri cubi l’anno.

Il tutto, mentre si rimane in attesa di avviare l’investimento più ampio da 150 milioni di euro, annunciato nel 2022, per l’espansione della capacità a 11 miliardi.

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