Il Pil del Fvg nel 2023 in frenata a più 0,8%: è meglio del previsto

La revisione al rialzo si deve al miglior andamento delle attività negli ultimi mesi del 2022 e nella prima parte del 2023
Maura Delle Case

Il +3,6% messo a segno l’anno scorso resta un miraggio, ma la previsione di andamento del Pil Fvg per il 2023 migliora rispetto alle attese di gennaio. L’incremento annuo in volume del Prodotto interno lordo regionale, secondo l’analisi realizzata dall’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Prometeia (aggiornati al 21 aprile), dovrebbe infatti attestarsi al +0,8% (altrettanto nel 2024), in miglioramento dello 0,4% rispetto alla previsione d'inizio anno.

La revisione al rialzo si deve al miglior andamento delle attività negli ultimi mesi del 2022 e nella prima parte del 2023. Confindustria Udine rileva inoltre il miglioramento del contesto, anche grazie ad un rapido calo dei prezzi energetici, al quale hanno contribuito un inverno complessivamente mite, un comportamento più attento da parte dei consumatori e una veloce diversificazione delle forniture di gas.

Il potere d’acquisto delle famiglie, nonostante gli interventi del Governo e la decelerazione dell’inflazione, sarà ancora condizionato dai prezzi elevati. Risultato: i consumi delle famiglie nel 2023 cresceranno meno del Pil, attestando al +0,6%. Andrà meglio nella seconda parte dell’anno. E certamente durante il prossimo, quando i consumi dovrebbero tornare a un’espansione più sostenuta, garantendo una variazione annua del +1,3%, grazie al rafforzamento del reddito disponibile reale, spinto dalla resilienza del mercato del lavoro e dalla ripresa dei salari nel settore privato.

Anche per gli investimenti i livelli dell’anno scorso (+6,6%) e ancor più del precedente (+19,1%) resteranno un miraggio, l’andamento sarà comunque in crescita. Nel corso del 2023 gli investimenti fissi lordi si potrebbero espandere infatti dell’1,8% per poi rallentare ulteriormente nel 2024, scendendo al +0,7%. «La progressiva soppressione del superbonus - si legge nella nota - sarà soltanto in parte compensata da altre agevolazioni per il mercato immobiliare residenziale e dagli investimenti Pnrr per i quali, tuttavia, si prevede un impulso addizionale ulteriormente ridimensionato, anche seguito delle difficoltà operative di attuazione del piano che stanno emergendo».

Il contributo dato dall’export dopo la crescita del 2022 che si era arrestata a un passo dalla doppia cifra, a +9,9% in volume, risulterebbe positivo anche quest’anno, del +1,6%, e del +1,8% il prossimo. Quanto al mercato del lavoro, l’occupazione che l’anno scorso si era portata oltre le 520mila unità dovrebbe continuare a crescere, di un +2,4%. Il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 5% quest’anno, per calare di un ulteriore 4,8% il prossimo.

Dal lato dell’offerta, quest’anno le costruzioni e i servizi dovrebbero continuare ad espandersi, rispettivamente del +3,2% e +1,4%, mentre l’industria potrebbe registrare una flessione (-0,7%). Il prossimo anno, viceversa, si potrebbe registrare un leggero calo per il comparto delle costruzioni, pari al-1,8%, anche per effetto dell’aumento del costo del credito, mentre industria e servizi, dovrebbero segnare variazioni positive, rispettivamente del +0,6% e +1%.—

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