Il Friuli Venezia Giulia cresce più del Paese. Pil su dell’1,1% trainato dai servizi

Una chiusura d’anno con una variazione del Pil in linea con quella italiana, oggi le stime sono del +1,1% e in terreno positivo anche per il 2024, con variazioni più marcate per i servizi, con il terziario a +2,1%, mentre l’industria è in contrazione, -1,9%. Se questi sono i dati regionali, per la provincia di Udine, per il 2023, Pil atteso a+1,5% con i servizi a +2,6% e industria a -1,9%; a Pordenone la variazione prevista è del +0,5%, con i servizi a +1,9% e l’industria a -2%. I dati arrivano dall’Osservatorio sull’economia Fvg, realizzato dalla Camera di commercio Udine Pordenone insieme a Prometeia, presentato ieri a Udine, nella sala Gianni Bravo, intitolata proprio ieri all’ex presidente camerale da poco scomparso. L’Osservatorio fornirà a cadenza quadrimestrale dati, rilevazioni e analisi utili a misurare lo stato di salute dell’economia regionale. All’evento il presidente della Cciaa Giovanni Da Pozzo, Elisa Qualizza del Centro studi della Camera, e Alessandro Carpinella di Prometeia, con le conclusioni dell’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini. «Abbiamo voluto creare questo Osservatorio - ha spiegato Da Pozzo - perché faccia sintesi dei dati provenienti da fonti ufficiali ed avere un quadro il più possibile completo utile a capire dove va la nostra economia».

I dati
Segnali di decremento per l’inflazione, ma anche per il credito alle imprese, più marcata in regione rispetto alla media Paese. Le imprese segnano +0,46% nel 2° trimestre rispetto al trimestre precedente, in linea con il trend nazionale, pari a 445 imprese in più. «Il traino dato dai servizi - ancora Da Pozzo - sia per quanto attiene l’andamento delle imprese che delle assunzioni, è evidente» consolidando quella che viene chiamata terziarizzazione dell’economia. Le variazioni in positivo più marcate riguardano infatti «le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese, +1,58%, le attività professionali scientifiche e tecniche, +1,31% - è entrata nel dettaglio Elisa Qualizza -, stabile la manifattura». La dimensione delle imprese resta “piccola”; delle 98 mila 93 imprese registrate la stragrande maggioranza, il 93,7%, è “micro”, ovvero ha meno di 10 addetti, il 5,5% è dato da piccole imprese; lo 0,8% medie e grandi. Al netto delle imprese individuali, che sono il 53%, il restante si divide tra società di capitali, 26,3, e società di persone, 18,7%. Il 28% delle imprese è artigiana, una percentuale più elevata della media nazionale; le imprese femminili sono il 22,4%, quelle straniere sono il 13,4%.

Lavoro e mercati
Per quel che riguarda il mercato del lavoro, le previsioni di assunzione tra settembre e novembre vedono ancora i servizi al primo posto con la quota più elevata di ingressi. Infine frenata delle esportazioni nel semestre, con una variazione negativa, al netto della cantieristica, di -2,6%; in contrazione anche le importazioni, che nel caso del Fvg sono per lo più di materie prime e semilavorati, altro indicatore del rallentamento economico globale, più marcato nei Paesi di sbocco dell’export Fvg come Germania o Usa; andamento negativo anche per le merci da e verso la Cina. Di prospettive ha parlato Alessandro Carpinella di Prometeia, che ha riepilogato il trend dell’economia globale, le prospettive di crescita, e si è soffermato su inflazione e tassi, quindi l'assessore Bini ha concluso l’incontro annunciando «lo stanziamento, nella manovra di assestamento, di 70 milioni di euro di cui 65 milioni andranno alle imprese attraverso i fondi di rotazione, per garantire liquidità, e 5 milioni per la contribuzione integrativa». Nel ricordare che nella precendete legislatura al tessuto produttivo sono stati destinati 2 miliardi, Bini ha ricordato come «il Friuli Venezia Giulia è una regione effervescente dal punto di vista economico» e le imprese sono sufficientemente solide per continuare ad investire e per affrontare la fase di rallentamento che si sta palesando».
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