Grappa e bevande spiritose: finalmente la legge sui Consorzi di tutela

Pubblicato il decreto del ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare

Una storia pluricentenaria quella della grappa, una tradizione tramandata di generazione in generazione, nata dalla tradizione contadina ed evolutasi fino ad essere riconosciuta oggi come una delle acquaviti da meditazione.

Tante e diverse, le grappe, come tanti e diversi i territorio in cui si producono, con in comune l’aver trasformato in arte l’utilizzo degli scarti della lavorazione dell’uva, le vinacce, che prima di venire eliminate, sono capaci di regalare ancora qualcosa.

E, infine, sono un prodotto tutto nostro.

Perché privarlo di un adeguato strumento di tutela?

Oggi quello strumento normativo è arrivato con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Decreto del ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste che adotta le disposizioni su costituzione e riconoscimento dei consorzi di tutela per le indicazioni geografiche delle bevande spiritose a indicazione geografica..

Dichiara Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Nazionale Acquaviti e Liquori di AssoDistil: «I Consorzi di tutela si stanno dimostrando un importantissimo veicolo per il successo delle produzioni agroalimentari e vitivinicole di qualità, in un sistema come il nostro le cui caratteristiche organizzative, dimensionali e finanziarie non consentono di affrontare i mercati esteri. Le bevande spiritose a Indicazione Geografica soffrivano da tempo della mancanza di una procedura per il riconoscimento dei propri Consorzi di Tutela, come già previsto per i vini e le specialità alimentari, e finalmente con la pubblicazione del Decreto da oggi essa è disponibile».

© Alessandro Michelazzi
© Alessandro Michelazzi

Ringraziando il ministro Lollobrigida, Mazzetti ricorda come «il decreto va a colmare un vuoto normativo, ponendo il trattamento dei diversi Consorzi di Tutela su un piano omogeneo, esattamente come ha inteso fare la nuova Riforma Europea delle Indicazioni Geografiche, che accomuna i prodotti vitivinicoli, gli alimentari e le bevande alcoliche».
«Le IG bevande spiritose come la Grappa vantano centinaia di anni di storia, tramandati di generazione in generazione, e costituiscono l’emblema del patrimonio agroalimentare tricolore – aggiunge Sebastiano Caffo, presidente del Consorzio nazionale di tutela della grappa che ora potrà ambire al riconoscimento ufficiale –. La cultura del bere bene e moderatamente, tipica dei nostri distillati ad indicazione geografica – che rientrano, non a caso, nelle acquaviti “da meditazione” -, trova finalmente il veicolo ideale per farsi conoscere anche in mercati finora inesplorati e per consolidare la loro posizione sia in Italia che nel panorama mondiale degli spirits. Una cultura che potrà ora raccontarsi attraverso un'unica voce, quella dei Consorzi di tutela, che raccoglieranno lo spirito della grande tradizione delle distillerie italiane».
La Grappa costituisce un unicum nel panorama internazionale, essendo esclusivamente italiana e collocandosi in perfetta armonia con la sostenibilità del settore vitivinicolo e, conseguentemente, delle politiche UE di sostenibilità, poiché è ottenuta dalla distillazione delle vinacce, principale sottoprodotto derivante dalla produzione del vino, che altrimenti verrebbe sprecate e disperse. Un ciclo produttivo unico, che rende la Grappa il distillato sostenibile per eccellenza.
 

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