Unicredit verso la semestrale, atteso un utile di 4,9 miliardi

L’appuntamento con i conti si apre con aspettative elevate da parte degli analisti. Ma l’esposizione sulla Russia resta un punto sensibile

Paolo Verdura

Unicredit apre la stagione delle semestrali delle banche in Piazza Affari con forti aspettative da parte degli analisti. L'utile trimestrale previsto è di 2,3 miliardi, che portano il semestre a 4,9, ossia l'11% in più dell'analogo risultato precedente. In crescita del 4,45% i ricavi, attesi a 12,43 miliardi, di cui 6,06 nel secondo trimestre. Per l'intero esercizio le stime sono di un utile di 9 miliardi, in crescita di oltre il 4,5% rispetto agli 8,6 registrati nel 2023 dopo un balzo del 50%, mentre i ricavi sono previsti in lieve calo (-0,01%) a 23,5 miliardi.

Insieme a Piazza Gae Aulenti sveleranno i conti mercoledì anche Santander, Bnp Paribas e Deutsche Bank. Per tutte, secondo gli analisti, il nodo principale da fronteggiare è la crescita piatta del credito erogato a causa dei tassi ancora elevati, pesano poi anche i maggiori rischi sul debito sovrano dopo l'incertezza post-elezioni in Francia.

Nel caso di Unicredit non sono da trascurare invece l'esposizione sulla Russia, che rimane un «punto sensibile», e quella sul debito sovrano italiano che, secondo gli analisti di Bloomberg Intelligence, «si è ristretta ma rimane ancora superiore a quella dei rivali europei». Per le banche europee il secondo semestre dovrebbe proseguire con una stagnazione del credito erogato, ma potrebbe essere vivacizzato da alcune operazioni straordinarie. «Una bassa crescita del credito - dicono gli analisti di Bloomberg Intelligence - potrebbe erodere i ricavi e i profitti delle banche, ma significa anche un minor ricorso alle emissioni obbligazionarie».

Sul fronte delle acquisizioni invece gli occhi sono puntati sull'offerta della spagnola Bbva su Sabadell annunciata in maggio, ma non mancano gli spunti neanche in Italia. Il tema di Mps rimane sempre all'ordine del giorno. Il Mef è il primo azionista con il 26,73% e dallo scorso febbraio può vendere liberamente altre azioni, essendo scaduto il vincolo di “lockup” scattato lo scorso novembre con la maxi-cessione del 25%.

Di recente si è aperto anche il dossier Fineco, indicata come possibile preda dei fondi di private equity Bain, Cvc e Advent e del colosso svizzero Zurich. Secondo l'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel il momento «è favorevole» in Europa per le acquisizioni, mentre c'è chi ritiene che i prezzi siano troppo elevati per procedere. Tra questo lo stesso amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel, che per questo ha da tempo optato per il riacquisto di titoli.

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