UniCredit, Orcel su Banco Bpm: «Se non risolveremo, ci ritireremo»

In un’intervista alla Repubblica, il ceo ipotizza di lasciare la partita. «Il nostro ricorso al Tar è un fatto di tutela giuridica, per il nostro Cda e la nostra società»

La redazione

UniCredit è pronto a ritirarsi dall'operazione Banco Bpm. Intervistato dal quotidiano La Repubblica, Andrea Orcel ipotizza il ritiro dell'offerta. «Abbiamo fatto e continuiamo a fare di tutto, ma se non riusciremo a risolvere, come probabile, ci ritireremo. Il nostro ricorso al Tar è un fatto di tutela giuridica, per il nostro Cda e la nostra società».

Nel caso in cui l'istituto di Piazza Gae Aulenti non dovesse chiudere le operazioni di M&A, «UniCredit continuerà a eseguire con disciplina la propria strategia e a sovraperformare il settore. Non si basa su fusioni e acquisizioni, bensì su un piano di continua trasformazione che porteremo a termine - ha spiegato Orcel - il futuro per noi è molto luminoso con o senza M&A».

Nell'ipotesi di ritiro, per Orcel a Piazza Meda «resterà Credit Agricole come azionista di riferimento col 20%, o forse di più. E Banco Bpm dovrà dimostrare le promesse che ha fatto e remunerare i suoi azionisti come sarebbero stati remunerati nel caso in cui ci sarebbe stata l'operazione».

Dichiarazioni a cui Massimo Tononi, presidente di Banco Bpm, ha detto di prestare «pochissima attenzione anche perché è un’offerta che noi reputiamo del tutto insoddisfacente dal punto di vista finanziario, certo sono consapevole che può generare confusione e incertezza negli azionisti di Bpm ma anche UniCredit», ha detto stamattina a margine della Relazione annuale della Consob a Piazza Affari.

Per quanto riguarda UniCredit, Orcel assicura che continuerà a «eseguire a pieno il nostro piano base, che ad oggi è considerato uno dei migliori del settore per creazione di valore per i nostri azionisti, continuando a monitorare la situazione in Italia e in altri Paesi. Come ho detto, in M&A è facile dire di “sì anche quando si distrugge valore per portare a casa l'operazione. L'ho visto fare molte volte nella mia vita professionale. Perché quello che è giusto e difficile, è mantenere disciplina e fare l'operazione solo se crea valore».

Il ceo di UniCredit non ha commentato l'inchiesta della magistratura sul collocamento di titoli Mps - «su questo non posso dire nulla» - limitandosi a ribadire di aver segnalato a Consob «i fatti peraltro già noti». Sul fronte tedesco, in merito all'affare Commerzbank, definito «un'operazione trasformativa che creerebbe valore a noi, a Commerzbank e alla Germania», Orcel è stato netto: «Se si vuole fare M&A o ci si allinea con la politica o si prova a eseguire un'operazione con criteri chiari e trasparenti con l'obiettivo di creare il maggior valore possibile per azionisti, persone e clienti».

Su Generali, infine, nessun favore alla cordata Caltagirone-Delfin. «Abbiamo agito da un punto di vista finanziario e ora ridurremo la quota nei tempi e nei modi opportuni». E l'operazione Mediobanca su Banca Generali «deve funzionare non solo da un punto di vista industriale ma anche finanziario».

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