UniCredit, Orcel avverte: “Golden power poco chiaro, l’ops su Bpm potrebbe non partire mai”

L’operazione, congelata in attesa di chiarimenti da parte del governo italiano, resta per ora una possibilità “al 20% o meno”, precisa il ceo di UniCredit. Al centro dello stallo: i paletti del golden power, ancora troppo opachi per garantire un percorso lineare

R.p.

L’OPS su Banco Bpm “potrebbe non partire mai”. Andrea Orcel lo dice senza giri di parole, da Berlino, intervenendo alla European Financial Conference di Goldman Sachs. L’operazione, congelata in attesa di chiarimenti da parte del governo italiano, resta per ora una possibilità “al 20% o meno”, precisa il ceo di UniCredit. Al centro dello stallo: i paletti del golden power, ancora troppo opachi per garantire un percorso lineare.

“Se non ci sarà chiarezza, ci tireremo indietro”, taglia corto il banchiere. La richiesta, inoltrata formalmente a Palazzo Chigi, è di precisare se depositi e flussi di pagamento legati all’attività residua in Russia rientrino o meno nel perimetro delle restrizioni.

“Abbiamo cessato i prestiti in Russia dal 2022, ci restano 800-900 milioni di esposizione che si stanno esaurendo. Ma se ho un mutuo di vent’anni, non posso accelerare più di tanto”, spiega Orcel. “Il vero nodo sono i pagamenti: ci sono aziende italiane, tedesche, francesi che operano ancora lì. E noi, per loro, dobbiamo esserci. Altrimenti chi paga le forniture, se non esiste un sistema di pagamento?”.

Il punto critico è la possibilità che il golden power venga invocato ex post, a operazione avviata: “Se ci dicono dopo che quei flussi violano il golden power, ci ritroviamo con una multa fino a 20 miliardi. Il rischio, in queste condizioni, è troppo alto”.

Per questo UniCredit ha chiesto un’estensione della sospensione: “Non abbiamo ancora iniziato a correre. Banco Bpm si è difesa, siamo in ritardo di un mese e mezzo, ci serve tempo per informare gli azionisti. Ma tutto dipende da una sola cosa: la chiarezza del governo”.

A Berlino, il ceo affronta anche il tema politico: “Il golden power è uno strumento legittimo, ma serve trasparenza. Se non è chiaro, non è corretto”. Poi la stoccata: “Non possiamo vivere in un mercato dove le regole cambiano dopo che hai fatto un’offerta”.

E a chi gli chiede conto delle frizioni con la politica, Orcel replica: “Oggi nei deal bancari c’è un nuovo attore: i governi. Non è più solo moral suasion: se vogliono bloccare, bloccano”.

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