Tre Venezie e Cherry 106 diventano Cherry Bank

L'assemblea degli azionisti, tra altre variazioni allo statuto, ha ratificato il nuovo nome accompagnato da un marchio diverso e da un restyling del sito web. In Cherry Bank gli ex soci del Banco delle Tre Venezie detengono il 49% mentre il resto appartiene all'ex azionariato di Cherry 106. Il socio di maggioranza relativa è il fondatore, Giovanni Bossi

La redazione

PADOVA. Con il cambio di denominazione in Cherry Bank si chiude il percorso di integrazione tra Banco delle Tre Venezie e Cherry 106 secondo il progetto avviato nel 2020 ed approvato dalla Banca centrale europea e dalla Banca d'Italia la scorsa estate.

L'assemblea degli azionisti, tra altre variazioni allo statuto, ha infatti ratificato anche il nuovo nome accompagnato da un marchio diverso e da un restyling del sito web. In Cherry Bank gli ex soci del Banco delle Tre Venezie detengono il 49% mentre il resto appartiene all'ex azionariato di Cherry 106.

Il socio di maggioranza relativa è il fondatore di Cherry 106, Giovanni Bossi, a cui oggi si riferisce il 40,7% del capitale e che riveste la carica di amministratore delegato. Ultimato il trasferimento di tutte risorse che operano su Padova presso gli uffici nel Net Center, ambiente moderno che favorisce l’integrazione, restano operative le sedi di Milano e Roma e tutte le filiali: Padova, Mestre-Venezia, Treviso, Vicenza e Verona. Il rebranding di Cherry Bank rappresenta un ulteriore, importante passo nel percorso di posizionamento strategico dell’istituto.

«Siamo un’impresa, ancor prima che una banca, che lavora con famiglie, imprese e imprenditori: una banca “contemporanea”, fatta di persone per le persone – commenta Giovanni Bossi, CEO di Cherry Bank – Ci piace definirci una “human bank”, che costruisce la sua crescita sul benessere di chi lavora per la Banca, le nostre “cherries”, nella convinzione che sia il primo ingrediente per instaurare una relazione positiva con il cliente e il contesto in cui operiamo. Gli investimenti più importanti che faremo avranno l’obiettivo di valorizzare il patrimonio umano del nostro istituto, che conta 165 persone. Oggi il 21% ha meno di 30 anni e il 62% meno di 40 anni: piani di welfare, qualità degli ambienti lavorativi e soprattutto formazione continua, necessaria per la nostra crescita personale e per quella del cliente, a cui non intendiamo offrire solo delle soluzioni, ma l’opportunità di fare delle scelte consapevoli».

Le sezioni del sito cherrybank.it articolano i diversi business su cui è impegnata la Banca: prodotti per i clienti privati, soluzioni di credito per le imprese, servizi di wealth management, acquisto e gestione di crediti deteriorati, acquisizione di crediti fiscali derivanti da bonus edilizi e, infine, progetti legati alla sostenibilità.

«Abbiamo adottato un modello di governance innovativo e sostenibile – prosegue Bossi – e stiamo progettando il nuovo headquarter della Banca, un edificio privo di barriere architettoniche e totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico, che sia anche un green HUB a disposizione delle aziende. Applichiamo i criteri ESG nella definizione del merito creditizio, con l’obiettivo di supportare la crescita di quelle imprese che, nel lungo periodo, producano positività nel sistema in cui operiamo; infine, come detto, mettiamo al centro della nostra strategia le persone. Le donne, in particolare, rappresentano il 49% del personale di Cherry Bank e per il 39% ricoprono ruoli manageriali».

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