Tilatti (Confartigianato): «Per i nostri Confidi meglio le fusioni nei confini del Fvg»

A guardare con perplessità il progetto di fusione tra Confidi Friuli e Fidi Imprese & Turismo Veneto non sono solo i vertici di Confindustria Udine. Gli fa eco il mondo artigiano e in particolare il presidente di Confartigianato Udine e Fvg, Graziano Tilatti, secondo il quale se unire le forze in un panorama come quello dei consorzi di garanzia fidi è una necessità per stare sul mercato, l’operazione si sarebbe potuta considerare prima all’interno dei confini regionali. «Mi rifaccio a quanto aveva auspicato l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, non molti mesi fa indicando nell’aggregazione regionale dei Confidi la strada da seguire e studiando anche un ruolo futuro». «Non credo da allora sia cambiato molto - continua Tilatti - e anche se non sono certo io a dover dire cosa fare in casa altrui, ritengo però che una riflessione interna al nostro sistema sarebbe stata opportuna». E ancora auspicata. «Ricordiamo che il mondo delle garanzie fidi è cambiato da quando ha fatto il suo ingresso un player come Mediocredito centrale. Se vogliamo continuare a giocare un ruolo in uno scenario con soggetti di questa caratura non possiamo che unire le forze e dunque il nostro auspicio è che si possa ancora avviare un confronto interno alla regione come del resto auspicato pure da Confindustria Udine». Una disponibilità, va detto, a più riprese espressa dal presidente di Confidimprese Fvg, Roberto Vicentini: «In questi anni, per i buoni rapporti che ho sempre avuto con la governance di Confidi Friuli, ho provato a pensare alla grande famiglia regionale dei Confidi, purtroppo non è stato possibile andare oltre e questo resta un mio rammarico personale. Dopo quattro fusioni vissute in Confidimprese Fvg, che è il risultato della fusione di 3 Confidi artigiani più uno industriale, la mia convinzione - conclude Vicentini - è che assieme avremmo potuto diventare uno tra i primi player nazionali. Detto questo, non entro nel merito delle decisioni del Cda di Confidi Friuli, posso capire la scelta che è stata fatta e che dovrà tuttavia essere avvallata dalle assemblee».
Dopo la presa di posizione di Confindustria Udine, Confidi Friuli è tornato a difendere il progetto di fusione con Fidi Imprese & Turismo Veneto. «Oggi è infatti indispensabile ragionare su una prospettiva che porti la cooperativa in tempi non lunghi a superare i 300 milioni di attività finanziarie, così da garantirsi la permanenza nell’Albo dei Vigilati da Banca d’Italia» spiega in una nota il consorzio presieduto da Cristian Vida.
«La fusione con Fidi Imprese & Turismo Veneto, priva di rischi di sovrapposizione, promette di costituire l’ottavo Confidi a livello nazionale per patrimonio (54 milioni) e soci (quasi 26mila), il settimo per garanzie verso la clientela (oltre 237 milioni)». Con l’operazione «a Tavagnacco opererebbe uno dei primi dieci Confidi maggiori d’Italia, il secondo dell’intero Nord Est», rimarca Confidi Friuli sottolineando che a tutela della parte friulana «l’accordo con Fidi Imprese & Turismo Veneto prevede la pariteticità della governance». La previsione di chiusura della fase documentale dell’operazione è prevista per la fine del primo trimestre 2024, dopodiché dovrà passare al voto delle assemblee separate e di quella generale.
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