Sanità e imprese, la legge di bilancio non passa l’esame di industriali e Cgil

Giorgetti non si scompone: «Critiche naturali e utili». Si punta al via libera in Senato entro il 15 di dicembre

La redazione

Misure sul fisco «penalizzanti e incerte» per le imprese. Perdite superiori ai vantaggi per i lavoratori e i pensionati. Criticità sulla sanità e sulla previdenza. Un impulso minimo sui consumi.

È una manovra senza slancio e con molte debolezze quella che esce dall'analisi delle parti sociali e delle sigle di categoria. Che tracciano un quadro con qualche luce e molte ombre e suggeriscono una serie di possibili modifiche.

Critiche che non turbano il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che giovedì replicherà in Parlamento: «È tutto naturalissimo», replica da Milano, «i banchieri difendono gli interessi delle banche, gli industriali difendono gli interessi degli industriali etc etc... Il ministro fa l'interesse generale, che è una cosa diversa. Le critiche sono utili per capire come si può migliorare».

I partiti sono intanto al lavoro in vista della fase emendativa pronta ad entrare nel vivo dalla prossima settimana. Il termine per la presentazione delle proposte di modifica è stato fissato per venerdì 14 novembre alle 10. Dopodiché i gruppi avranno una manciata di giorni per identificare i segnalati, attesi entro il 18. Proprio per definirne il numero ci sarà una apposita riunione la prossima settimana con il ministro dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. La commissione Bilancio del Senato si è presa poi quasi quattro settimane per la discussione del testo: l'obiettivo è arrivare all'approvazione in Aula al massimo il 15 dicembre. I nomi dei relatori, che dovrebbero essere 4 - uno per ogni gruppo della maggioranza - arriveranno invece domani, appena terminate le audizioni. Ieri è stata la volta delle parti sociali e delle sigle di categoria.

Confindustria segnala «misure fiscali penalizzanti e incerte» e anche «alcune criticità inattese»: nel mirino, la tassazione sui dividendi e il divieto di compensare con i crediti di imposta i debiti previdenziali e assicurativi. Gli industriali insistono quindi sulla necessità di un «piano industriale straordinario» per il paese, segnalando due urgenze: risorse dal Pnrr per assicurare alle imprese gli «almeno 8 miliardi l'anno, per un triennio» considerati «l'obiettivo minimo», e «ridurre il prezzo dell'energia» con «misure immediate».

Chiedono modifiche al governo i sindacati. La manovra «va cambiata» perché «è palesemente inadeguata, ingiusta e controproducente», dice la Cgil, sostenendo che il miglioramento dei conti lo stanno pagando dipendenti e pensionati. La Uil plaude al «riconoscimento concreto del valore economico, sociale e politico della contrattazione collettiva», ma segnala criticità sulla sanità, sulla previdenza e sul fisco.

La Cisl, che ha incontrato FdI e Iv e oggi vedrà Schlein, plaude alla riduzione delle imposte su lavoratori, mentre esprime un giudizio negativo sulla rottamazione. Critiche anche Confcommercio e Confesercenti. 

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