Nuova mission per Confidi Friuli: non solo garanzie ma anche credito

Cresce la domanda di credito che resta inevasa, cala la propensione a investire: solo il 26% delle aziende, infatti, ricorre al credito per finanziare i propri investimenti. È dentro questo quadro che diventa strategico il ruolo del credito agevolato, fondamentale per aiutare le imprese a tenere saldo il timone in un mare reso tempestoso dall’inflazione e dai tassi elevati.
Ne è convinto il presidente di Confidi Friuli Cristian Vida, pronto a raccogliere una nuova sfida: quella di affiancare al tradizionale ruolo di garante l’erogazione diretta del credito. «È uno degli obiettivi – conferma Vida – che ci siamo posti con la scelta di far parte del ristretto novero dei 32 Confidi vigilati dalla Banca d’Italia. Un progetto che è in fase avanzata e che puntiamo a concretizzare entro la fine dell’anno. Gli importi? Stiamo valutando se fermarci alla soglia dei 50mila euro o se arrivare fino a 100mila».
L’annuncio del presidente è arrivato a margine dell’incontro di presentazione del bilancio 2022, convocato ieri a Udine alla presenza delle associazioni di categoria cui fa capo Confidi Friuli – Confapi Fvg, Confindustria e Confcommercio Udine – e dell’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini. Se il risultato economico sconta il peso delle poste straordinarie, con una perdita di 915mila euro legata in gran parte alla svalutazione della ex sede di Confidi Pordenone, resta in territorio saldamente positivo l’andamento della gestione caratteristica, che chiude a 2,2 milioni e un utile di 234mila euro, contro i 151mila del 2021. I soci sono 7.427, in crescita di 83 rispetto all’esercizio precedente, gli affidamenti deliberati nel corso dell’anno 75 milioni, con 38,3 di nuove garanzie, per uno stock complessivo vicino ai 100 milioni e attività finanziarie in essere oltre la soglia dei 150 milioni, che implica la vigilanza diretta di Bankitalia. Il patrimonio netto è di 23,1 milioni, il coefficiente Tier 1 del 23,5%, il rapporto tra credito deteriorato e garanzie in essere del 18%.
Numeri promossi dalla Regione e dagli azionisti di riferimento, allineati con il cda anche sull’obiettivo di aprire nuovi fronti d’intervento: non solo il credito diretto, ma anche, in una prospettiva più lunga, il varo di minibond regionali, che potrebbero vedere Confidi Friuli nel ruolo sia di garante che di sottoscrittore. La Regione, ha assicurato l’assessore Bini, continuerà a fare il suo per sostenere i Confidi, definiti un sistema vincente. «Attraverso un cofinanziamento europeo del Fesr– questo l’impegno – è di imminente istituzione un fondo di credito e garanzia da 14 milioni di euro, che verrà gestito da Confidi, senza dimenticare i 19 milioni di fondi europei già stanziati per l'innovazione, cui se ne aggiungeranno presto altri 7, e il nuovo bando da 11 milioni che verrà emanato entro l’anno per sostenere la transizione digitale». Di ruolo strategico dei Confidi hanno parlato anche i soci. «Confidi – ha dichiarato il presidente di Confcommercio Udine Giovanni da Pozzo – è una risposta determinante alle esigenze di imprese che devono fare i conti con una nuova restrizione del credito e con la crescita di tassi». Preoccupato dagli scenari anche il numero uno di Confapi Fvg Massimo Paniccia, che intravede «venti di recessione non lontani» e condivide «l’espansione dell’operatività di Confidi Friuli». Sulla stessa linea Confindustria: «Anche nel 2023 – ha dichiarato la vicepresidente Anna Mareschi Danieli – Confindustria Udine ha destinato fondi propri per l’abbattimento delle spese di istruttoria delle pratiche: credo che un aiuto non possa essere più concreto di così».
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