Mps, ok della Bce per Mediobanca. Esame della Commissione Ue sulla vendita del 15%
L’istituto incassa il nulla osta ma la Ue indaga sulla cessione delle quote. Sotto la lente il collocamento del Tesoro del 15% del capitale del Monte. Banca Akros replica: «Nessun grande investitore è stato escluso»

Via libera dalla Bce all’offerta di Mps per acquisire il controllo di Mediobanca. Come anticipato da Reuters, il consiglio di vigilanza della Banca Centrale Europea ha approvato l'operazione e ora tocca al consiglio direttivo ratificare la decisione. Trattandosi di una procedura scritta non serve che l'organo si riunisca ed è sufficiente una “non obiezione” per il via libera definitivo di Francoforte. Si attende che una comunicazione venga inviata dalla Bce a Siena entro il 25 giugno. Da quel momento, la Consob avrà 5 giorni di tempo per approvare il prospetto dell'ops.
La notizia ha messo le ali al titolo della banca senese (fortemente radicata a Nord Est per la presenza dell’ex-Antonveneta), che ha chiuso la seduta di Piazza Affari, il 24 giugno, in progresso del 7,03% (a quota 7,40 euro) contro il +1,63% del Ftse Mib nel suo insieme e il +4,21% (a 19,94) di Mediobanca.
Dunque può andare avanti l’offerta totalitaria di scambio sull’istituto di Piazzetta Cuccia, che è il principale azionista di Generali con il 13,20% del capitale.
L’offerta è stata annunciata a gennaio con l'obiettivo è creare un terzo polo bancario italiano, dopo Intesa Sanpaolo e UniCredit, con un patrimonio gestito di circa 300 miliardi di euro e un ruolo cruciale nella gestione dei risparmi e investimenti in Italia.
L’operazione andrebbe a integrare la banca commerciale di Mps con la banca d'investimento di Mediobanca, sfruttando anche i flussi di cassa di Generali.
Siena propone 23 azioni proprie per ogni 10 azioni della banca target portate in adesione. La banca d’affari considera l’operazione “ostile” e si è mossa a sua volta per rilevare Banca Generali, la cui maggioranza assoluta fa capo al gruppo assicurativo triestino. Una mossa tutt’altro che facile da condurre in porto: l’assemblea che avrebbe dovuto approvare la scelta, convocata per il 16 giugno scorso, è slittata a settembre con il timore che il voto avrebbe potuto bocciare l’indicazione del management.
Le prossime tappe dell’Ops di Mps prevedono la già citata approvazione formale da parte della Bce, il lancio ufficiale dell'offerta e l'assemblea straordinaria dell’istituto senese per l'aumento di capitale.
Intanto da qualche giorno è emerso che la Procura di Milano sta indagando sulla vendita del 15% di titoli del Monte dei Paschi di Siena da parte del ministero dell’Economia a quattro soggetti; la Delfin della famiglia Del Vecchio, il gruppo Caltagirone, Banco Bpm e la sua controllata Anima.
Secondo indiscrezioni dei media, le ipotesi al vaglio oscillano dall’aggiotaggio all’ostacolo alla vigilanza. Secondo quanto riportato il 24 giugno dal Financial Times, anche la Commissione Ue avrebbe avviato un esame preliminare in seguito a segnalazioni secondo cui alcuni grandi investitori – tra cui UniCredit, il fondo sovrano norvegese e BlackRock – sarebbero stati esclusi dalla possibilità di partecipare all’operazione.
La partecipazione del Tesoro nella banca è scesa all'11,7% dopo il collocamento effettuato attraverso una procedura di accelerated bookbuildng (procedura attraverso la quale una società vende un numero significativo di azioni direttamente a investitori istituzionali, solitamente in un arco di tempo molto breve), liberando Mps dai vincoli sugli aiuti di Stato imposti con il salvataggio del 2017 e aprendo la strada all'Ops che l'istituto senese ha poi lanciato su Mediobanca.
La Commissione starebbe valutando se il collocamento sia avvenuto secondo criteri di correttezza e apertura di mercato e, se dovessero emergere elementi critici, potrebbe avviare un’indagine formale per aiuti di Stato. A questo proposito va segnalata la nota di Banca Akros, che ha curato il collocamento.
«Nessun grande investitore è stato escluso dalla procedura di gara come scritto nell'articolo, compresi UniCredit, il fondo petrolifero norvegese e BlackRock», hanno precisato dalla società milanese.
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