Mediobanca, utili record. Faro su Enpam e Enasarco

Giovedì il bilancio dell’istituto milanese: risultato netto atteso a 1,32 miliardi. La Gdf ha acquisito documenti relativi all’acquisto dei titoli dalle due casse

Roberta Paolini

Piazzetta Cuccia naviga tra risultati in crescita e tensioni di mercato. Il consensus degli analisti prevede per Mediobanca un utile netto di 1,32 miliardi di euro per l’esercizio 2024-2025, in progresso. Buone notizie anche per gli azionisti: il dividendo per azione è atteso in salita da 1,07 a 1,13 euro.

I ricavi annuali dovrebbero raggiungere i 3,71 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 3,6 miliardi del 2024, nonostante un trimestre più debole (949 milioni, contro i 979 milioni del pari periodo dell’anno precedente). I conti ufficiali saranno diffusi il 31 luglio.

Ma mentre i numeri sorridono, l’aria che si respira attorno alla banca d’affari è tutt’altro che serena. Il risiko bancario che da mesi agita il settore ha portato la Guardia di Finanza a bussare alle porte di Enpam ed Enasarco, le casse previdenziali rispettivamente dei medici e degli agenti di commercio, per acquisire documenti relativi agli acquisti di titoli Mediobanca e Mps effettuati nella seconda metà di maggio. Le verifiche si inseriscono nell’indagine della procura di Milano, avviata dopo una querela presentata da Mediobanca a inizio anno su presunte notizie diffamatorie e ora ampliatasi alle dinamiche dell’accelerated bookbuilding su Mps del novembre 2024, gestito da Banca Akros per conto del Mef.

In questo contesto, l’Enpam ha pubblicato sul proprio sito una nota dal titolo inequivocabile: «I medici investono sulle banche italiane, ma a qualcuno dà fastidio». L’ente, che detiene l’1,98% di Mediobanca, rivendica la bontà della propria strategia: «Investiamo nel settore bancario da anni ottenendo cospicui rendimenti a beneficio dei medici attivi e pensionati», si legge nella nota, che sottolinea come gli investimenti su Piazzetta Cuccia siano stati effettuati da gestori specializzati incaricati nel 2017 e nel 2021. Nessuna operazione diretta in Borsa, ma mandati a operatori di mercato: «Scegliamo la strategia, non eseguiamo le transazioni».

Il presidente Alberto Oliveti ribadisce: «Siamo accusati di scorribande finanziarie, ma pensiamo solo alle pensioni dei medici. L’investimento in Intesa è raddoppiato, quello in Banco Bpm quintuplicato. Su Mps e Mediobanca l’aumento complessivo è di 115 milioni di euro, metà dei quali già incassati».

Nel frattempo, sul fronte delle operazioni straordinarie, il governo ha dato via libera all’Ops di Mediobanca su Banca Generali, decidendo di non esercitare il golden power. L’assemblea per approvare l’operazione, inizialmente prevista per il 16 giugno, è rinviata al 25 settembre. A nessuno sfugge che quell’assemblea potrebbe non tenersi mai.

L’esito dipenderà dall’offerta pubblica di scambio lanciata da Mps su Mediobanca, che si concluderà l’8 settembre. Se il tentativo del Monte dovesse andare in porto, il destino dell’Ops su Banca Generali cambierebbe radicalmente. Ma anche in caso contrario, Piazzetta Cuccia non sarebbe più vincolata alla passivity rule e potrebbe procedere senza il voto assembleare.

Nel frattempo è iniziato da settimane l’esodo dei soci storici di Piazzetta Cuccia, chiusi nel patto di consultazione, che defluendo dal capitale ancor prima di sapere se l’offerta di Siena andrà in porto. Una fuga che da molte parti è letta come una bocciatura senza appello dell’operazione. Il patto, che a inizio estate controllava oltre l’11% del capitale, si è così assottigliato al 7,88%, dopo le dismissioni estive di Banca Mediolanum (che ha ceduto il 3,49%) e le vendite di Gavio. Dismissioni cui si sono aggiunti altri storici azionisti, come i Pittini ad esempio. Secondo indicazioni a ieri il capitale tenuto dal patto di consultazione è al 7,67%.

Tra utili record, indagini giudiziarie, giochi di potere e manovre incrociate, Mediobanca si avvia a chiudere il suo esercizio con utili record. Ma il vero bilancio – quello della governance e degli equilibri azionari – è ancora tutto da scrivere.

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