Mediobanca cede in Borsa, rischio stallo sulla governance
In base alle indiscrezioni, appare ormai naufragata l'ipotesi di un accordo tra il cda e gli azionisti Delfin e Caltagirone che possa portare alla presentazione di una lista unica in occasione dell'assemblea del 28 ottobre. Resta da capire se Delfin presenterà una lista di minoranza «corta» oppure una lunga da 5-7 nomi

Vendite su Mediobanca a Piazza Affari in una giornata complessivamente in chiaroscuro per il settore bancario. I titoli di Piazzetta Cuccia cedono lo 0,78% a 12,115 euro. A frenare le quotazioni, spiegano dalle sale operative, è l'incertezza sulla governance dell'istituto in vista della presentazione delle liste per il rinnovo del cda, nel giorno in cui si riunisce il comitato nomine.
In base alle indiscrezioni, appare ormai naufragata l'ipotesi di un accordo tra il cda e gli azionisti Delfin e Caltagirone che possa portare alla presentazione di una lista unica in occasione dell'assemblea del 28 ottobre. Resta da capire se Delfin presenterà una lista di minoranza «corta» oppure una lunga da 5-7 nomi.
"In base allo statuto di Mediobanca, la lista che riceva il maggior numero di voti esprime 12 consiglieri su 15, la seconda due e la terza uno, a patto che tutte ottengano il sostegno di almeno il 2% del capitale”, ricordano gli analisti di Kepler Cheuvreux.
"La lista Delfin - aggiungono - potrebbe avere il voto di circa il 30-35% del capitale e sfidare quella del cda, che conterebbe sul 35-40%”. “Avremmo accolto positivamente un accordo sulla governance - sottolineano gli esperti - perché avrebbe aumentato la visibilità sull'esecuzione del piano industriale di Mediobanca e sulle future scelte strategiche. Dal nostro punto di vista - concludono - nel caso in cui la lista della holding candidasse 7 nomi e risultasse la più votata, “7 dal board uscente e uno da Assogestioni sarebbe lo scenario peggiore, che porterebbe a uno stallo problematico in cda”.
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