L’offerta di Banca Ifis per Illimity: gli ultimi giorni saranno decisivi

Venerdì l’Opas si chiude e il controvalore resta superiore a quello dell’istituto di Passera. Per ora adesioni al 25,7%

Luigi Dell'Olio
Offerta di banca Ifis per Illimity: gli ultimi giorni saranno decisivi, si decide tutto entro venerdì
Offerta di banca Ifis per Illimity: gli ultimi giorni saranno decisivi, si decide tutto entro venerdì

Si è aperta una settimana fondamentale per il risiko in atto nella finanza italiana. Venerdì terminerà infatti l’Offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) annunciata lo scorso 8 gennaio da Banca Ifis sulla milanese Illimity Bank.

Nei giorni scorsi l’istituto mestrino ha deciso la modifica della sotto-soglia minima irrinunciabile di efficacia dell’offerta.

In particolare, Banca Ifis si riserva la facoltà di rinunciare alla soglia principale pari al 66,67% del capitale sociale di Illimity esclusivamente nel caso in cui il numero di azioni di Illimity portate in adesione all’Offerta sia almeno pari al 60% del capitale, anziché al 45% più un’azione, come dichiarato nell’offerta iniziale.

Il cambio di passo è stato deciso dopo la sottoscrizione di un patto di consultazione da parte di alcuni importanti azionisti di Illimity, tra cui il fondatore Corrado Passera e la famiglia Rovati, che hanno in mano poco meno del 28% del capitale.

In un report, gli analisti di Equita Sim sottolineano che la presenza del patto guidato da Passera rischia di rappresentare una minoranza di blocco che, pur non esprimendosi esplicitamente, potrebbe ostacolare la fusione tra i due istituti e aumentare l’incertezza per tutti gli azionisti.

Di qui la contromossa dell’istituto presieduto da Ernesto Fürstenberg Fassio: adesioni non inferiori al 60% consentirebbero infatti alla banca veneta di esprimere nell’assemblea straordinaria degli azionisti un numero di voti sufficiente ad approvare la fusione per incorporazione di Illimity.

Al tempo stesso Equita avverte che la mancata adesione all’offerta potrebbe esporre gli azionisti di Illimity a un rischio di downside rilevante, stimato attorno al 25%.

Secondo gli analisti di Intermonte, che considerano l’aggregazione strategica e con alto potenziale di creazione di valore, se addirittura le adesioni risultassero sotto il 45% del capitale più un’azione, gli azionisti di Illimity sarebbero esposti a un doppio rischio: reazione negativa del mercato e incertezza sulla strategia stand-alone.

Alla chiusura di ieri, le adesioni si fermavano al 25,7%, un livello molto distante dal minimo indicato dall’offerente e il fatto che il prezzo offerto da Banca Ifis (0,1 sue azioni più 1,414 euro cash) sia a premio del 9,6% rispetto alle quotazioni del titolo Illimity sta a indicare che il mercato pensi che, nonostante l’incertezza della situazione, l’Opas dia valore al titolo della banca milanese.

Per vedere se l’operazione avrà successo, saranno dunque decisivi questi ultimi giorni.

L’andamento in Borsa è uno dei termometri con cui il mercato misura le probabilità di successo delle varie operazioni in corso del cosiddetto risiko bancario.

Nonostante il rinvio dell’assemblea per l’acquisto di Banca Generali, il titolo Mediobanca resta ad esempio largamente a premio rispetto alle quotazioni del Monte dei Paschi di Siena, vista l’incertezza sul fatto che gli scalatori senesi riescano a raggiungere la soglia del 51 per cento che, se pur insufficiente per procedere alla fusione, permetterebbe di conquistare la maggioranza.

Un andamento analogo si riscontra anche sui titoli oggetto di scalata: Banco Bpm vale più del valore offerto in azioni da UniCredit e Banca Popolare di Sondrio di quello offerto da Bper Banca. Andamenti che mostrano la possibilità che di una mancata riuscita delle varie operazioni, quanto meno nei termini auspicati dagli offerenti.

Proprio a proposito di UniCredit e Banco Bpm, ieri è ripresa l’Offerta pubblica di scambio, che era stata sospesa per 30 giorni dalla Consob in modo da consentire all’offerente di valutare l’operazione alla luce delle condizioni poste dal governo nazionale.

Venerdì è arrivato il via libera condizionato dell’Antitrust Ue all’Ops, a patto che vengano soddisfatti gli impegni assunti da UniCredit con la cessione di 209 filiali nel Nord Italia, la metà delle quali ubicate in provincia di Verona.

Nonostante questo il ceo della banca di Piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, negli ultimi giorni si è mostrato molto prudente, avvertendo che – in caso di mancata chiarezza da parte dell’esecutivo in merito alle richieste fatte con la procedura del Golden Power, peraltro in attesa del giudizio del Tar – è alta la possibilità di uno stop all’operazione. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © il Nord Est