UniCredit su Banco Bpm, riparte l’offerta. Orcel: «Si naviga a vista»

Settimana decisiva su più fronti: venerdì chiude l’Opas su Illimity di Banca Ifis, mentre l’offerta di Bper su Popolare Sondrio è partita con un’andatura lenta

Paolo Verdura

Il risiko bancario è vicino a un punto di svolta. Oggi riparte l'offerta pubblica di scambio di UniCredit su Banco Bpm, un mese esatto dopo lo stop disposto dalla Consob in maggio. Venerdì 27 invece si chiude l'offerta pubblica di acquisto e di scambio (Opas) di Banca Ifis su Illimity Bank.

Per la prima operazione niente è da escludere. Dopo il via libera della Direzione generale della concorrenza (DgComp) dell'Unione europea all'acquisizione di Banco Bpm l'ops riparte, ma piazza Gae Aulenti «naviga a vista», come ha detto recentemente l'amministratore delegato Andrea Orcel, ed è pronta a fare un passo indietro in assenza di chiarimenti sull'applicazione del golden Power da parte del Governo.

Una mossa che riaprirebbe i giochi in quanto, come venerdì ha annunciato a margine dell'incontro annuale della Consob il presidente Massimo Tononi, Banco Bpm «si guarderà intorno». E a portata di sguardo ci potrebbe proprio essere Mps, che a sua volta ha lanciato un'offerta di scambio su Mediobanca a gennaio. «Ci guarderemo intorno e valuteremo - ha aggiunto Tononi - ma anche Siena tra l'altro è molto impegnata in un'operazione in questo momento, quindi sarebbe prematuro fare commenti di questa natura».

Rocca Salimbeni, che l’altro ieri ha annunciato l'acquisto dello 0,01% del capitale di Mediobanca, aspetta entro la fine del mese il via libera della Bce all'Ops. Con l'ok di Francoforte l'avvio potrebbe avvenire a inizio luglio, per chiudere entro il 25 settembre, data dell'assemblea straordinaria di Piazzetta Cuccia sull'offerta per Banca Generali lanciata a fine aprile.

Quanto all'Opas su Illimity Bank invece, Banca Ifis è arrivata al 25,02% e ha alzato l'asticella per l'efficacia dell'offerta dal 45% al 60%, ferma restando la condizione della soglia minima del 66,67% del capitale. In questo modo infatti, con in mano almeno il 60% del capitale della banca fondata da Corrado Passera, Ifis disporrà dei voti sufficienti per far approvare il progetto di fusione all'assemblea straordinaria a prescindere dall'esito dell'offerta, che già da ora si sa non verrà prolungata.

È partita piano il 16 giugno invece l'offerta pubblica di scambio di Bper su Popolare Sondrio. Salvo proroghe, i giochi si chiuderanno il prossimo 11 luglio. Tutto è ancora possibile, perché finora solo poco più dello 0,1% degli interessati ha detto di sì all'offerta da 4,3 miliardi che prevede lo scambio di 1,45 azioni Bper di nuova emissione per ogni titolo consegnato, per raggiungere almeno il 50% dell'istituto valtellinese.

Bper in realtà si riserva di accettare anche una soglia sopra al 35% e l'amministratore delegato Franco Papa ha escluso un rilancio. A suo dire la proposta è «seria, basata su numeri approfonditi» e foriera di «crescita per entrambe le banche». Non la pensa così il consiglio di amministrazione di Bps, secondo il quale l'offerta «non riconosce pienamente il reale valore della banca». Ancora più chiara è l'associazione dei piccoli azionisti di Popolare Sondrio, che invitano a Modena ad «alzare la sua offerta attualmente inferiore al prezzo di mercato». 

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