La Delfin della famiglia Del Vecchio autorizzata a salire fino al 20 per cento in Generali e il titolo vola
Il via libera dell’Isvass potrebbe riaprire la partita per la govenance della compagnia triestina

La Delfin, la holding finanziaria della famiglia Del Vecchio,è stata autorizzata dall'Ivass, l'authority di vigilanza sulle assicurazioni, a salire oltre il 10% del capitale di Generali fino alla quota del 20%.
Lo riporta il quotidiano La Repubblica che titola in prima pagina «Assalto a Generali» affermando che si riaprono i giochi per il controllo della società triestina. La richiesta era stata presentata senza squilli di tromba lo scorso 17 aprile perché - avendo già il 9,8% del capitale di Generali - Delfin aveva «involontariamente» superato la soglia del 10% per effetto del riacquisto di azioni proprie da parte della compagnia.
Il superamento della quota è stato un fatto tecnico che - spiega il quotidiano La Repubblica - però ha indotto Francesco Milleri, il manager che guida la cassaforte posseduta dagli eredi di Leonardo Del Vecchio (deceduto nel maggio 2022), a cogliere la palla al balzo e chiedere alla Vigilanza di poter restare sopra il 10% «ed eventualmente salire oltre». Milleri - mette in risalto il giornale - poteva vendere un piccolo pacchetto di azioni e tornare sotto il 10%, ma non l'ha fatto. Ha preferito puntare in alto, ottenendo disco verde.
«Ivass - è scritto nella delibera 54 dell'autorità di vigilanza riportata dal quotidiano ma non ancora riportata sul sito - autorizza Delfin a detenere una partecipazione qualificata superiore al 10% del capitale sociale di Generali».
Questo significa - secondo il quotidiano - che a poco più di un anno dal duro scontro tra i soci andato in scena nell'assemblea 2022 della compagnia, i giochi possono riaprirsi. Un anno fa una compagine di azionisti composta da Leonardo Del Vecchio, Francesco Gaetano Caltagirone, la famiglia Benetton, la Fondazione Crt e altri piccoli imprenditori aveva sfidato apertamente la lista promossa dal consiglio di amministrazione e sostenuta da Mediobanca, primo socio di Generali con il 13%. La compagine degli sfidanti perse, raccogliendo quasi il 30% del capitale, mentre la lista del consiglio vinse con oltre il 40%, grazie al sostegno di tutti gli investitori di mercato.
Delfin in una nota precisa «che la richiesta presentata all'Ivass in data 17 aprile 2023, al fine di poter esercitare diritti di voto per più del 10% in Assicurazioni Generali, si è resa necessaria - ai sensi di legge - in conseguenza del piano di acquisto di azioni proprie avviato da Assicurazioni Generali nell'agosto del 2022».
«Tale richiesta, accolta in data 30 giugno 2023 dall'Autorità, non sottintende dunque alcuna particolare strategia di Delfin, se non quella di agire in conformità alle regole rispetto alla propria posizione quale azionista della compagnia assicurativa triestina», si legge ancora.
Nel comunicato Delfin ricorda che il piano di acquisto di azioni proprie avviato da Assicurazioni Generali nell'agosto del 2022 è stato «implementato nei mesi successivi, piano che ha determinato il superamento involontario, da parte di Delfin, della soglia del 10% dei diritti di voto esercitabili in Assicurazioni Generali, alla luce della sospensione dei diritti di voto per le azioni proprie acquistate dalla società».
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