Mediobanca accelera su Banca Generali: «Assemblea il 21»

Mediobanca valuta se anticipare il via libera all’Ops entro questo mese. «Il nostro compito è mettere sul tavolo ogni opzione di valorizzazione»

Giorgio Barbieri
La sede di Banca Generali a Lugano
La sede di Banca Generali a Lugano

Alberto Nagel prova a giocarsi il tutto per tutto per resistere all’assalto del Monte dei Paschi. Mediobanca spinge infatti sull’Ops su Banca Generali, valutando di anticipare l’assemblea straordinaria al prossimo 21 agosto, con l’obiettivo di arrivare sul mercato prima della chiusura dell’offerta di Mps.

A confermarlo è stato proprio l’amministratore delegato di Piazzetta Cuccia che ieri ha illustrato le condizioni necessarie per stringere i tempi.

«Dipende dal calendario che sarà discusso in Consob e da una serie di fattori», ha spiegato Nagel, «non ci aspettiamo la firma di un documento, ma un pronunciamento di Generali sulla possibilità di proseguire le interlocuzioni. Entro il 6 agosto non ci aspettiamo un disco verde definitivo, ma almeno l’assenza di un no secco alla nostra impostazione».

L’operazione punta a estendere anche alla rete di Piazzetta Cuccia gli accordi distributivi oggi in essere tra Generali e la controllata Banca Generali. «Le valutazioni spettano agli organi di Generali e non siamo in grado di anticipare una risposta», ha aggiunto il manager, «industrialmente il progetto è interessante per entrambe le parti perché permetterebbe di creare un leader nel wealth management».

Nagel ha poi sottolineato l’importanza di sottoporre l’operazione agli azionisti prima della conclusione dell’offerta di Rocca Salimbeni: «È fondamentale dare chiarezza al mercato e consentire alle controparti di capire se con Mediobanca si può intraprendere un percorso industriale. Come amministratori, il nostro compito è mettere sul tavolo tutte le opzioni di valorizzazione, lasciando agli azionisti la scelta finale».

Sul fronte dei conti, Mediobanca ha chiuso l’esercizio 2024-2025 con i migliori risultati di sempre, centrando e superando i target annuali. I ricavi sono saliti del 3% a 3,7 miliardi, mentre l’utile netto è cresciuto del 4% a 1,3 miliardi di euro. Il margine di interesse è rimasto sostanzialmente stabile (-0,7% a 1,97 miliardi), mentre le commissioni hanno registrato un balzo del 14,2% a oltre 1 miliardo, con contributi in aumento da tutte le divisioni. Il wealth management ha messo a segno un incremento delle masse a 112,1 miliardi (+12,8%), trainato da una raccolta netta di 11 miliardi, superiore agli obiettivi fissati, nonostante deflussi non ricorrenti per 1,5 miliardi dovuti all’incertezza legata all’ops di Mps. Alla luce delle performance ottenute, il Cda proporrà un dividendo complessivo di 1,15 euro per azione (+7,4% su base annua) e l’avvio di un nuovo piano di buyback da 400 milioni.

Il Cda di Mediobanca ha poi nuovamente respinto l’offerta di Mps, giudicandola «priva di razionale industriale, non conveniente finanziariamente e ostativa alla trasformazione del gruppo in un leader del wealth management». Secondo la banca di Piazzetta Cuccia la proposta di Siena presenta una valutazione inferiore del 30% rispetto al fair value, comporterebbe una perdita di focus sul modello di business, un azzeramento delle prospettive di crescita per effetto di dissinergie e rischi elevati a livello di bilancio, integrazione, legali e macroeconomici. Nagel ha quindi ribadito la determinazione del gruppo a proseguire la propria strategia «One Brand-One Culture», rafforzata dall’estensione del piano al 2028, e a valorizzare il potenziale del progetto con Banca Generali.

Sempre ieri si è tenuta l’assemblea di Delfin, la holding lussemburghese della famiglia Del Vecchio azionista sia di Mediobanca che di Mps, che ha approvato il bilancio 2024 e la distribuzione dei dividendi agli otto soci. Secondo le indiscrezioni trapelate, non sarebbero state prese decisioni su temi di governance o su eventuali dismissioni delle partecipazioni finanziarie.

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