Golden power sulle banche, l’Ue apre una procedura d’infrazione all’Italia
L’Italia dipsonde ora di due mesi per rispondere e porre rimedio alle carenze evidenziate. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato

La Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione all'Italia per «incompatibilità dei poteri discrezionali nelle fusioni bancarie con il diritto dell'Unione europea in Italia».
«Pur essendo volta a tutelare la sicurezza nazionale e l'ordine pubblico» la normativa sul golden power «per come applicata dalle autorità italiane, rischia di consentire interventi ingiustificati per motivi economici, compromettendo i principi della libertà di stabilimento e della libera circolazione dei capitali nel mercato unico. Inoltre, la normativa italiana si sovrappone alle competenze esclusive della Banca centrale europea nell'ambito del Meccanismo di Vigilanza Unico». Lo scrive la Commissione Ue formalizzando l'avvio della procedura di infrazione all'Italia per l'uso del golden power sulle fusioni bancarie.
Spiega l'esecutivo comunitario che con l'avvio della procedura di infrazione «invita l'Italia a conformarsi alle norme bancarie dell'Ue». «La Commissione ha sollevato preoccupazioni riguardo alla cosiddetta normativa sul “Golden Power” (Decreto-legge 21/2012, come modificato ed esteso nel 2021 e nel 2022), che attribuisce al governo italiano ampie prerogative per riesaminare, bloccare o imporre condizioni alle operazioni societarie nel settore bancario», spiega la nota di Palazzo Berlaymont.
«La Commissione invia pertanto una lettera di messa in mora all'Italia, che dispone ora di due mesi per rispondere e porre rimedio alle carenze evidenziate. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato».
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