Cessione di GamaLife, Generali valuta il dossier portoghese

Apax ha invitato alcuni operatori a esaminare le attività. Passaggio esplorativo per il Leone, nel Paese dal 1942

Luigi Dell’olio

Un passaggio esplorativo, sollecitato dal venditore, in relazione al quale è prematuro fare congetture. È il riscontro raccolto in merito alle voci di un possibile interessamento di Generali verso le attività portoghesi di GamaLife. Di certo c’è che la controllante Apax Partners valuta la vendita dell’assicurazione vita e ha invitato alcuni operatori internazionali a esaminare i vari dossier in portafoglio. Il Leone avrebbe raccolto l’invito relativamente alle attività in Portogallo, soprattutto alla luce dell’accordo bancassicurativo in corso fino al 2029 con NovoBanco, quarta banca del Paese iberico.

Un approccio, quello focalizzato sulla forza delle reti distributive bancarie, che Generali ha detto a più riprese di voler seguire soprattutto fuori dall’Italia. In ballo c’è un pacchetto da circa quattro miliardi e mezzo di premi, non certo un grosso boccone per Generali, il cui interessamento tuttavia è tutt’altro che scontato, almeno al momento attuale. Anche se si tratta di un mercato interessante, nel quale il gruppo guidato da Philippe Donnet è presente dal 1942, seppur senza mai raggiungere posizioni di vertice.

Sebbene operi sia nel vita, che nel danni, lo scorso anno la raccolta premi si è fermata a 1,8 miliardi e il risultato operativo a 134 milioni. Alla vigilia della pandemia il gruppo triestino ha acquisito il 100% di Seguradoras Unidas e AdvanceCare e la fusione delle tre compagnie assicurative di Generali operanti in Portogallo ha portato alla creazione di Generali Seguros. Una posizione ulteriormente rafforzata con l’acquisizione di Liberty Mutual, completata a inizio 2024, mentre alla fine dello scorso anno risale l’accordo di distribuzione pluriennale di prodotti assicurativi con Ctt (Correios de Portugal – Poste Portoghesi) e con Banco Ctt (Banca delle Poste Portoghesi).

Tornando a GamaLife, l’abboccamento con la compagnia italiana sarebbe avvenuto tramite Ubs e Nomura, gli advisor incaricati dal venditore, che è un fondo di private equity e quindi per natura portato a valorizzare le partecipazioni rivendendole a prezzo maggiorato rispetto a quello di acquisizione. Per altro, in Italia la compagnia è guidata dall’ex top manager di Generali, Raffaele Agrusti, e nel 2002 ha rilevato da Zurich un portafoglio di 6 miliardi di euro di polizze vita, con un investimento di oltre 120 milioni di euro. Un portafoglio che si è in parte ridotto negli anni per le polizze arrivate a scadenza e per i riscatti dei clienti.

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