Credit Agricole: in Italia 1,2 miliardi di utile in 9 mesi

La vicedirettrice generale di Credit Agricole, Clotilde L'Angevin, interpellata più volte sugli scenari di M&A con Banco Bpm. «Abbiamo un piano di sviluppo ambizioso per l'Italia» assicura

Il gruppo Credit Agricole in Italia ha registrato al 30 settembre un risultato netto aggregato di 1,188 miliardi di euro (di cui 952 milioni di pertinenza del gruppo Credit Agricole). Sul fronte dell’attività commerciale, il totale dei finanziamenti all’economia è pari a circa 101 miliardi di euro, con una raccolta totale di 344 miliardi.

Stringendo lo sguardo al perimetro di Credit Agricole Italia, la banca ha registrato nei primi nove mesi un utile netto civilistico consolidato pari a 693 milioni di euro (+5,2%). L’andamento dei proventi (-1,0%) riflette la contrazione del margine di interesse (-5,6%), parzialmente compensata dalla crescita delle commissioni nette (+2,8%). Stabili gli oneri operativi (-0,3%). Il risultato della gestione operativa è in calo del -1,8%, con un cost/income al 49,8%. Calano sia le rettifiche nette su crediti (-12,6%) che il costo del credito attestandosi a 31 punti base (-5 punti rispetto a settembre 2024). L’Npe ratio lordo pari al 2,6% (dal 2,7% di fine 2024) e da un Npe ratio netto pari all’1,1% (da 1,3%).

«Quando si legge sulla stampa che potremmo vendere Credit Agricole Italia in cambio di contanti o azioni Anima, pur rimanendo in minoranza, o azioni di Agos di cui siamo in maggioranza, potete immaginare che non è qualcosa che vogliamo fare». Così nel corso della conference call con gli analisti finanziari, la vicedirettrice generale di Credit Agricole, Clotilde L'Angevin, interpellata più volte sugli scenari di M&A con Banco Bpm. «Abbiamo un piano di sviluppo ambizioso per l'Italia» assicura. Sul fronte di eventuali acquisizioni, precisa la manager, «non sto dicendo che non stiamo valutando tutti gli scenari possibili, che sono molti» ma «la maggior parte di essi non dipende da noi».

La vice dg di Agricole sottolinea più volte con gli analisti l’importanza delle attività nel nostro Paese per il gruppo transalpino: «Siamo un attore italiano. La nostra strategia è invariata» e «restiamo impegnati a finanziare l’economia». Quanto alla quota dentro Banco Bpm, com’è noto, «vogliamo contabilizzarla con il metodo del patrimonio netto per ridurre la volatilità nei nostri bilanci» e si attende su questo il via libera della Bce. Si tratta di un modo per «consolidare questa partnership a lungo termine» (sono infatti due gli accordi con Bpm, uno sul credito al consumo tramite Agos e l’altro nel ramo Danni).

Un’ultima battuta è legata alle tasse che attendono le banche il prossimo anno, sia in Italia, con il contributo degli istituti alla manovra 2026, sia in Francia, dove proprio in queste ore si sta discutendo in Parlamento di una tassazione extra sui buyback e di prelievi una tantum sui cosiddetti “super-dividendi”.

I buyback, precisa la vice dg, «non fanno parte della nostra consueta strategia di distribuzione», visto che negli ultimi anni «ci siamo impegnati a distribuire i dividendi in contanti». Quanto alle ipotesi di ulteriori aumenti dell'imposta sulle cedole, è «davvero troppo presto – frena – per trarre conclusioni rispetto a cosa accadrà in termini di tassazione». Nel dubbio, «includiamo sempre delle riserve nelle nostre proiezioni a medio termine per tenere conto di qualsiasi incertezza relativa alla politica fiscale in Francia e in Italia».

«Ci stiamo concentrando su ciò che possiamo controllare, ovvero instaurare una partnership a lungo termine con Banco Bpm». Ha aggiunto in un’intervista a Bloomberg Tv L'Angevin, che assicura: «La nostra strategia in Italia rimane invariata». La Banque Verte, al momento, possiede una quota a ridosso del 20% nel capitale dell'istituto di Piazza Meda.

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