CiviBank in rosso: chiude i conti 2022 con la perdita choc di 33,8 milioni

Primo bilancio dell’era Sparkasse: pesano le svalutazioni

Il direttore generale Crosta: «Volumi e ricavi in aumento»

Elena Del Giudice
(ANSA) - CIVIDALE DEL FRIULI (UDINE) - La sede di Civibank di Cividale del Friuli. (ANSA). Foto di Cristiana Missori.
(ANSA) - CIVIDALE DEL FRIULI (UDINE) - La sede di Civibank di Cividale del Friuli. (ANSA). Foto di Cristiana Missori.

Bilancio 2022 in perdita per 33,8 milioni di euro per CiviBank. A pesare sui conti una serie di operazioni straordinarie derivanti dall’ingresso - nella primavera dello scorso anno - nel Gruppo Sparkasse come i criteri di valutazione degli immobili, quelli per la valutazione dei rischi, la cessione di un pacchetto di Npl e i costi per iniziative di incentivazione all’esodo. Al netto di queste operazioni, CiviBank chiude l’anno con indicatori in crescita «e parametri patrimoniali ampiamente sopra la soglia prevista dalla legge», chiarisce Mario Crosta, direttore generale di CiviBank.

Direttore, perché questo risultato?

«Il saldo è dato dalla differenza tra diverse voci. Nel bilancio ne troviamo diverse in positivo, che attendono alla parte industriale, penso ad esempio ai maggiori ricavi, e alcune in negativo generate da alcune azioni straordinarie che hanno pesato sul risultato. Le commissioni su prodotti collocati dalla banca a prezzi invariati ha avuto una crescita di quasi il 10%, anche il margine di interesse è cresciuto in maniera significativa».

Parliamo delle azioni straordinarie.

«L’ingresso nel Gruppo Sparkasse ha comportato un adeguamento delle policy, in particolare la valutazione di immobili e i crediti, che hanno condotto a svalutazioni importanti. Ricordo che Sparkasse è stata individuata come la migliore banca a livello nazionale per quel che riguarda il rischio sul credito, e questo significa che applica policy rigorose. Inoltre c’è stata anche una cessione di un portafoglio crediti deteriorati. Queste operazioni di “pulizia” consentono oggi a CiviBank di guardare al futuro potendo poggiare su fondamenta solide».

Operazioni in dettaglio?

«Rettifiche per 17 milioni hanno riguardato gli immobili, con una diversa contabilizzazione a bilancio del valore di sede e filiali e abbiamo concluso una cessione di crediti in sofferenza per 72 milioni».

La perdita di 33,8 milioni intacca la solidità?

«Assolutamente no, i coefficienti patrimoniali sono di assoluta solidità con un Cet1 ratio al 14,6% e un Total capital ratio al 14,95%».

Che fotografia esce da questo bilancio 2022?

«È un bilancio di transizione che va letto anche nel quadro complessivo del Gruppo Sparkasse che ha chiuso con un utile complessivo di 175,4 milioni di euro, e che rilevano un’attività ordinaria in crescita che si conferma anche in queste prime settimane del ’23. Diciamo che abbiamo posto le basi perché CiviBank possa definire obiettivi ambiziosi che si traducono nella volontà di essere vicini alle aziende per sostenerle nei loro investimenti, anche nell’utilizzo dei fondi agevolativi regionali e non. Stiamo anche riscontrando un elevato livello di gradimento per strumenti come l’International desk di Sparkasse, che è oggi a disposizione delle imprese di Friuli Venezia Giulia e Veneto per operazioni di import ed export. E non dimentichiamo le famiglie, a loro è rivolto un nuovo prodotto, e anche questo sta ottenendo buoni riscontri, che abbiamo avviato da un paio di settimane: un deposito a tempo a 24 mesi che assicura un rendimento del 3%».

Tra le voci di bilancio, una riguarda il personale: un incentivo all’esodo. Riducete l’occupazione?

«Abbiamo varato un piano che prevede, per chi è in prossimità della pensione, di poter anticipare l’uscita. Il costo è a carico della banca ma l’operazione punta anche a favorire il ricambio generazionale, tanto che negli ultimi 3 mesi abbiamo assunto una decina di persone. Come gruppo contiamo di avviare 25 nuove assunzioni a fronte di una cinquantina di uscite»

Qual è l’andamento dell’economia nelle due regioni?

«Negli ultimi mesi del ’22 avevamo notato un certo rallentamento negli investimenti da parte delle imprese e coperture di ordini riferite a un periodo più breve. In queste settimane in cui i prezzi delle materie prime e dell’energia sono diminuiti, le richieste di operazioni legate a investimenti sono ripartite. Monitoriamo anche il credito alle famiglie, che avevano iniziato a intaccare i risparmi per fronteggiare i maggiori costi, e siamo pronti a rivedere durata e importo della rata dei muti o a intervenire per evitare difficoltà».

Progetti per il futuro?

«Lavoriamo al nuovo piano industriale che contiamo di presentare a metà anno. Posso solo dire che sarà orientato allo sviluppo».

Diversità di trend tra Veneto e Fvg?

«Direi di no, la dinamica delle due regioni è molto simile».

Che effetto fa essere l’ultima banca commerciale con sede in Fvg?

«Per noi è un’opportunità. Ciò che posso dire che le aziende sentono molto la necessità di banche del territorio, snelle e che garantiscano risposte certe in tempi brevi. Cercheremo di migliorare ancora confermandoci banca del Nordest radicata nel territorio».

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