Cdp: domanda senza precedenti per il terzo Yankee Bond

Emissione da 1,5 miliardi di dollari, ordini quasi 13 volte l’offerta. Il bond prevede una cedola annua lorda del 4,375% e una scadenza di 5 anni

La redazione

Cassa Depositi e Prestiti Spa (Cdp) ha lanciato con successo il suo terzo Yankee Bond, tornando sul mercato dei capitali statunitense con un’emissione da 1, 5 miliardi di dollari destinata ad investitori istituzionali, residenti sia negli Stati Uniti che in altre geografie.

L’operazione ha registrato una domanda senza precedenti nella storia di Cdp sui mercati dei capitali, con ordini per oltre 19 miliardi di dollari – quasi 13 volte l’offerta – provenienti da più di 250 investitori.

Un successo che rappresenta un forte segnale di fiducia a livello internazionale nella solidità del sistema Paese e di Cassa Depositi e Prestiti.

Di particolare rilievo, infatti, la qualità della domanda, con oltre il 98% di investitori istituzionali di lungo termine – tra cui banche, asset manager, assicurazioni, fondi pensione e istituzioni europee e sovranazionali – e particolarmente significativa la diversificazione geografica a livello globale, con più dell’85% dell’allocazione finale Not for distribution, directly or indirectly in the United States or to Us persons sottoscritta da investitori esteri, provenienti da oltre 23 Paesi, tra cui Stati Uniti (39%), Regno Unito (17%), Nord Europa (12%) e Medio Oriente (10%).

Con questa operazione, Cdp rafforza ulteriormente il proprio ruolo come emittente di riferimento sui mercati finanziari, confermando la crescente capacità di attrarre capitali internazionali di elevata qualità, ampliando la base investitori e proseguendo nella strategia di diversificazione delle fonti di raccolta.L’emissione consentirà a Cdp di sostenere direttamente le esportazioni delle imprese italiane, anche attraverso operazioni di export finance. Il bond prevede una cedola annua lorda del 4,375% e una scadenza di 5 anni.

Il rating atteso dell’emissione è pari a BBB+ per S&P e BBB per Fitch.

L’operazione è stata curata da un sindacato di banche, nell’ambito del quale hanno agito in qualità di Joint Bookrunners BofA Securities, Citigroup, Crédit Agricole Cib, Goldman Sachs International, Hsbc, Intesa Sanpaolo (Divisione Imi Cib), J.P. Morgan e Morgan Stanley, quest’ultima anche nel ruolo di Sole global coordinator dell’operazione.

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