Bcc pronte al taglio dei tassi. «Meno utili ma più volumi»

All’assemblea della Federazione veneta gli istituti preparati alle mosse Bce. Previsioni positive, eppure c’è uno spettro: «Non fare la fine delle popolari»

Maurizio Caiaffa
Flavio Piva, presidente della Federazione veneta delle Bcc
Flavio Piva, presidente della Federazione veneta delle Bcc

All’apice di uno dei migliori esercizi di sempre, le banche non temono il super annunciato taglio dei tassi, atteso nella riunione Bce di giovedì prossimo. E gli istituti di credito cooperativo non fanno eccezione, anche se il loro è un mondo speciale in cui la piccola dimensione e la filosofia solidaristica rappresentano tratti distintivi. «Con il taglio dei tassi, il primo di una serie – prevede Mauro Pastore, direttore generale di Iccrea Banca, la capogruppo del Gruppo Iccrea – ci aspettiamo, è vero, una redditività in calo delle nostre banche, come effetto di una minore forbice nel margine di interesse. Però è altrettanto vero che famiglie e imprese riprenderanno a spendere e a investire, quindi la parziale contropartita saranno i maggiori volumi».

Insomma la nuova fase che si apre non spaventa il mondo del credito cooperativo, che ieri a Vicenza ha celebrato l’assemblea annuale della Federazione veneta di osservanza Iccrea. Del resto i numeri 2023 parlano chiaro. A fine anno le banche associate erano dieci (ora sono nove per la recente fusione in Bcc Veneta fra la Bcc Verona e Vicenza con la Patavina): il risultato netto aggregato è cresciuto del 51,1% a 293 milioni, anche per effetto di un margine di intermediazione aumentato del 17,4% a 788 milioni e del margine d’interesse salito del 24,2% 572 milioni. Il tutto mentre la raccolta ha marciato a vele spiegate crescendo del 7,1% a 27,5 miliardi e il totale degli attivi è arrivato a 22,8 miliardi.

Nell’Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza, dove ieri pomeriggio si è svolta l’assemblea (seguita da un evento economico-culturale su “Il Veneto, l’Europa e l’Oriente”), la sensazione è stata che si tratti di numeri difficilmente ripetibili, anche se lo stato di salute del credito cooperativo rimane indubitabilmente buono. La fase delle aggregazioni organizzate per salvare consorelle deboli, una ventina a livello nazionale, è ormai alle spalle: ne sa qualcosa lo stesso Pastore, che era dg di Bcc di Roma quando, fra 2015 e 2016, quest’ultima assorbì Banca Padovana. Adesso, per dire, il presidente della Federazione veneta Flavio Piva, da presidente della neonata Bcc Veneta, nata in chiave di sviluppo per dare a territori ricchi una banca dimensionalmente più adeguata, ha appena archiviato un trimestre da 25 milioni di risultato: «Tutto procede bene – dice Piva – stiamo lavorando all’armonizzazione organizzativa, rafforzando le filiali e creando un linguaggio procedurale comune».

Di questo periodo propizio risentono positivamente anche i rapporti con l’altro polo delle Bcc, quello della trentina Cassa Centrale Banca. Se Piva nel suo intervento ammette che il credito cooperativo è uno e che i soci spesso non capiscono la mancanza di unità, sulla stessa linea appare Lorenzo Liviero, presidente della Federazione del Nord Est, l’organismo che riunisce le cinque Bcc venete che fanno capo appunto a Cassa Centrale Banca, il quale parla di «distensione di rapporti».

Tutto positivo, allora, nel mondo del credito cooperativo? In realtà uno spettro c’è, è la paura di «fare la fine delle popolari venete», se un giorno una riforma in senso restrittivo eliminasse la specialità fiscale della categoria esponendola al rischio di essere fagocitata dai colossi bancari.

È per questo che l’assemblea di ieri ha guardato con un certo nervosismo gli ultimi sviluppi nell’Abi: alla nomina alla direzione generale di Marco Elio Rottigni, considerato vicino a Intesa Sanpaolo, così come al rientro della maggiore banca del Paese nel Comitato affari sindacali e del lavoro (Casl). Timori sollevati da Alessandro Azzi, presidente della Federazione lombarda delle Bcc, e da Augusto Dell’Erba, presidente di Federcasse. Non finirà qui. Il presidente veneto Piva ha proposto una riflessione specifica sulla questione.

Riproduzione riservata © il Nord Est