Bcc Fvg, raccolta a 14 miliardi e 48 milioni di utili nel ’21

Sono nove le Bcc presenti in regione:  Banca di Udine, BancaTer, Bcc Pordenonese e Monsile, Bcc Staranzano e Villesse, Cassa Rurale Fvg, CrediFriuli, FriulOvest banca, PrimaCassa, Zkb. Al sistema delle banche di credito cooperativo fanno riferimento 85mila soci e 374mila cienti, un terzo della popolazione regionale.

Elena Del Giudice
Luca Occhialini, presidente della Federazione Bcc Fvg
Luca Occhialini, presidente della Federazione Bcc Fvg

UDINE. Le identità singole sono nove, e sono altrettante «banche regionali autonome» ma insieme sono “il” credito cooperativo del Friuli Venezia Giulia, una forza da 13,8 miliardi di attivo, 7,78 miliardi di impieghi, 14,31 miliardi di raccolta, 1,1 miliardi di patrimonio capaci di generare 48,2 milioni di utile. E, anche, destinare 3,85 milioni di euro al sociale, e quindi al territorio.

Nove quelle presenti in Fvg: Banca di Udine, BancaTer, Bcc Pordenonese e Monsile, Bcc Staranzano e Villesse, Cassa Rurale Fvg, CrediFriuli, FriulOvest banca, PrimaCassa, Zkb, ripartite tra due gruppi, Iccrea (4) e Cassa centrale banca.

Tutte aderenti all’Associazione regionale delle banche di credito cooperativo Fvg «nata lo scorso anno - spiega il presidente, Luca Occhialini - contestualmente alla trasformazione della Federazione delle Bcc in una società a mutualità non prevalente».

Nella sottolineatura, «banche regionali autonome» c’è la rivendicazione del ruolo delle Bcc in questa regione: banche territoriali che, diversamente dai Gruppi bancari tradizionali, sono «queste le proprietarie della capogruppo, e questo consente di mantenere autonomia e indipendenza».

I numeri che certificano l’attività del credito cooperativo Fvg nel 2021 li abbiamo in parte già elencati. Altre cifre rilevanti riguardano il numero dei soci, oltre 85 mila, dei clienti, più di 374 mila, ovvero un terzo della popolazione regionale, con un radicamento territoriale significativo confermato dai 250 sportelli, e oltre 1.500 dipendenti. Non dimenticando la solidità: Cet 1 oltre il 20% contro il 15% che è la media delle banche italiane.

«Le Bcc regionali sono cresciute, e continuano a crescere, moltissimo - rimarca Occhialini - ed è un indicatore della capacità di dare risposte alle famiglie e alle imprese».

Immaginare una unica Bcc Fvg sarebbe un follia? «Le 9 banche aderiscono a due gruppi diversi, quindi non credo sia un’opzione - risponde il presidente -. E vero che la vigilanza europea spinge sulle aggregazioni. Ma credo che la peculiarità del credito cooperativo, che è quella della relazione con il territorio, non sia compatibile con la grandissima dimensione».

Ci sono spazi per ulteriori aggregazioni? «Alcune banche si stanno parlando. Da qui al pronosticare “fidanzamenti” o “matrimoni”, mi pare prematuro», è l’opinione di Occhialini. Ma c’è una “battaglia” che accomuna le Bcc, e non solo regionali, e sono le regole capestro della Bce. Derivanti dagli accordi di Basilea, trasformate in indicazioni per le banche centrali mondiali, le regole imposte dalla Bce «diversamente, ad esempio, di quanto accade negli Usa dove si declinano diversamente a seconda della dimensione degli istituti, mettono sullo stesso piano i grandi gruppi bancari tradizionali e le banche di credito cooperativo, classificate signifcant - spiega Occhialini -, con quel che questo comporta in termini di adempimenti e costi inutili per banche che hanno dimensione, garanzie e rapporto con il territorio molto diverso. È stato un grave errore di valutazione della Bce rispetto al quale stiamo portando avanti una grande battaglia a livello associativo».

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