Bcc di Verona e Vicenza incrementa raccolta e impieghi e si rafforza sul territorio
L’utile netto dell’esercizio 2022 supera i 32 milioni di euro. Oltre a rafforzare i canali digitali, la Bcc continua a presidiare il territorio: a breve due nuove filiali

Centomila clienti e 18 mila soci, un piano di espansione che l’ha portata ad operare in 7 province, dal Trentino al Mantovano, e che si estende principalmente nelle province di Verona e di Vicenza.
Dopo la fusione nel 2021 tra Banca di Verona e Banca San Giorgio Quinto Valle Agno, alla quale è seguita nel 2022 l’integrazione di CereaBanca 1897, BCC di Verona e Vicenza opera oggi in 177 comuni, con 54 filiali e 415 dipendenti.
«La vitalità delle nostre imprese e il cambio di passo della politica monetaria, con il rialzo dei tassi e l’aumento del costo del denaro ha generato una grande vitalità - spiega il direttore generale Leopoldo Pilati - che in qualche modo ha premiato il lavoro e gli sforzi delle banche che hanno operato bene e con lungimiranza. Il bilancio 2022 di BCC di Verona e Vicenza vede un aumento del 3,4% della raccolta diretta che sfiora i 2,5 miliardi di euro - spiega Pilati. Cresce anche la raccolta indiretta (investimenti dei clienti in titoli di stato, fondi comuni, polizze assicurative e gestioni patrimoniali) a 1,3 miliardi di euro con il risparmio gestito che si attesta a 936 milioni di euro. Importanti sono i risultati ottenuti nel sostegno a famiglie e imprese del territorio di operatività, attuato attraverso l’erogazione di affidamenti: crescono gli impieghi della BCC a 1,78 miliardi di euro (+3,25%), con masse amministrate che superano i 5,5 miliardi di euro».
Il CET 1 Ratio, indicatore sintetico di solidità della Banca, si attesta al 23,87%.

«Un risultato che migliora ulteriormente, pur nel bilancio post ultima fusione” commenta il direttore. Il Total capital ratio raggiunge il 24,30% e il Texas ratio, che misura la solidità e la rischiosità della Banca, raggiunge il 4,4%, migliorando la già ottima performance registrata negli scorsi anni. Ottimo il dato del cost income al 51,68%, che si pone tra i migliori a livello nazionale. Prosegue con successo la politica prudenziale degli accantonamenti con la copertura delle sofferenze, che raggiunge il 95%, pur in presenza di garanzie reali negli affidamenti a clientela.
L’utile netto si è quindi attestato a 32,34 milioni di euro, determinando un rafforzamento patrimoniale che porta i fondi propri a 300 milioni di euro.
Delle 54 filiali della banca 30 si trovano nell’area territoriale di Vicenza e 24 in quella di Verona, entro il prossimo biennio verranno inaugurate altre due filiali una a Peschiera sul Garda e l’altra a Rosà nella zona del Bassanese.
«Benché l’80% della nostra clientela utilizzi correntemente la moneta elettronica e gli strumenti del conto online - continua il direttore - stiamo rinforzando la rete dei presidi sul territorio, soprattutto per gli imprenditori e per le famiglie sui servizi evoluti e di consulenza. Per gli investimenti, la pianificazione, la messa a punto di nuovi progetti servono riferimenti sicuri e un partner di fiducia. Su questo stiamo costruendo una relazione sempre più forte, imperniata sul ruolo filiale-centrico dei nostri sportelli».
Il piano strategico della banca punta «a incrementare la redditività da servizi ovvero da credito agevolato con le imprese, bancassicurazione, credito al consumo, monetica e risparmio gestito», annuncia il presidente Piva.
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