Banca Mps in utile per due miliardi torna al dividendo «Siamo ripartiti»

Dopo tredici anni la cedola ai soci, in Borsa il titolo vola. L’ad Lovaglio: «L’istituto entra competitivo nel 2024»
Luigi Dell’olio

Adesso il lungo percorso di risanamento può dirsi davvero concluso. Banca Montepaschi ha mandato in soffitta l’esercizio 2023 con utili superiori ai 2 miliardi di euro e il ritorno al dividendo dopo tredici anni, due in anticipo rispetto al piano. Condizioni che restituiscono appeal in vista del risiko all’istituto senese, ma con una presenza radicata a Nord-Est grazie alla dote di Antonveneta. Non a caso il titolo ha conosciuto una seduta molto positiva a Piazza Affari, con la chiusura in rialzo del 5,54% (dopo essere arrivata a superare il +7%) a fronte del -0,31% messo a segno dal Ftse Mib.

Gli analisti si attendevano l’ultima riga di bilancio sì in positivo, ma per 1,344 miliardi e non per i 2,052 miliardi effettivamente realizzati. La sorpresa è dovuta soprattutto all’accelerazione nel corso del quarto trimestre, che da solo ha prodotto utili per 1,123 miliardi, grazie anche al venir meno dei rischi legali. Alla luce dei risultati, il cda ha deciso che proporrà in assemblea un dividendo di 0,25 euro per azione, per un ammontare di 315 milioni di euro. Questa decisione è stata resa possibile anche dal fatto che nel frattempo è stata ulteriormente rafforzata la situazione patrimoniale, con l’indicatore Cet 1 ratio fully loaded salito di 248 punti base nell’ultimo anno, al 18,1%. Un livello che pone Banca Mps «ai vertici del sistema» e testimonia la capacità di Siena di generare «un’organica profittabilità sostenibile».

Nel corso del 2023, i ricavi sono cresciuti del 21,7%, a quota 3,797 miliardi di euro, grazie soprattutto allo sprint del margine d’interesse, componente che indica la differenza tra il tasso al quale si finanzia una banca e quello al quale concede credito e che trae grandi benefici da una condizione di tassi elevati. Mentre, sul fronte opposto, ha inciso marginalmente il calo delle commissioni nette, dovuto alle difficoltà del risparmio gestito in uno scenario che ha visto rafforzarsi la competitività dei titoli di Stato.

«Adesso Mps è ripartita, qualcuno ha definito questa evoluzione un Rinascimento e noi abbiamo creato le condizioni giuste perché questo processo si concretizzasse», ha sottolineato il ceo Luigi Lovaglio, in conference call con gli analisti. Quindi ha sottolineato che la banca entra nel 2024 come una banca «rinnovata e competitiva», pronta a cogliere le opportunità che si presenteranno. In merito all’uscita del Tesoro dal capitale di Rocca Salimbeni, il numero uno dell’istituto ha sottolineato che Mps è pronto a giocare da protagonista nei prossimi anni.

«E’ ovvio che non siamo noi a dire cosa farà il governo», ha detto l’ad rispondendo a una domanda su un’eventuale ulteriore riduzione della quota detenuta dal Mef nel capitale della banca. A novembre il Tesoro aveva ceduto il 25% della quota nel Monte portandosi intorno al 39%. Da segnalare anche l’impegno a distribuire i dividendi in maniera regolare da qui in avanti, a cominciare da quelli relativi all’esercizio in corso, puntando a una remunerazione dei soci intorno al 50% dei profitti generati. Sempre nella giornata di ieri, il cda della banca ha approvato la nomina di Maurizio Bai, attuale responsabile Imprese e Private, a vice direttore generale commerciale e vicario, con responsabilità sulle direzioni Retail e Imprese e Private.

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