Banca Etica: “Gli strumenti come Swift per mettere in difficoltà Putin dimostrano che la finanza può avere un potere etico”
Nazzareno Gabrielli, direttore generale di Banca Etica, analizza il momento economico innescato dalla crisi in Ucraina. “Con questo strumento possiamo mettere in difficoltà reale il sistema economico di Putin”

PADOVA. Nazzareno Gabrielli, direttore generale di Banca Etica, analizza il momento economico innescato dalla crisi in Ucraina.
Direttore Gabrielli che lettura dà della situazione attuale e come giudica le armi finanziarie poste in atto come deterrente per il conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina?
Davvero sono molto molto preoccupato. Noi, per orientamento culturale siamo pacifisti. Il sapere poi che l’occidente, l’Italia, come soluzione “donano” armi, mi turba profondamente.
C’è però anche la scelta di impedire i pagamenti russi con il blocco del sistema SWIFT…
Si, e questo è importante per due motivi. Primo perché mette in difficoltà reale il sistema economico di Putin, e di questo se ne è parlato molto. Ma mi piace sottolineare la faccia meno evidente dell’iniziativa che riporta, o meglio evidenzia, il ruolo positivo che la finanza può avere nei confronti della gente, degli uomini, delle storie personali e della Storia. Per farla breve, è questo lo spirito con cui nacquero nel medioevo i Monti di pietà, le prime banche. Uno strumenti che i monaci avevano avviato per sostenere la comunità. Un ruolo di servizio. Nel tempo questo fondamento si è perso, dimenticato. La finanza etica recupera questo principio. SWIFT dimostra che gli strumenti finanziari hanno un grande potere!
Banca Etica, realtà cooperativa, ha preso le mosse da Padova 23 anni fa. Nella città del Santo ha ancora il suo quartier generale; oggi conta 45 mila soci e 82 milioni di capitale sociale; una raccolta di risparmio di oltre 2 miliardi di euro e finanziamenti per oltre un miliardo a favore di iniziative di organizzazioni, famiglie e imprese nei settori della cooperazione e innovazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e qualità della vita, tutela dell'ambiente, turismo responsabile, agricoltura biologica, diritto alla casa, legalità. Il Gruppo Banca Etica include Etica Sgr, l’unica Sgr italiana che istituisce e gestisce esclusivamente fondi comuni d’investimento sostenibili con lo scopo di rappresentare i valori della finanza etica nei mercati finanziari. Di Banca Etica fanno parte anche Fondazione Finanza Etica, iniziative di studio e sensibilizzazione sull’educazione critica alla finanza, e CreSud che offre risorse finanziarie e servizi di assistenza a organizzazioni di microfinanza, produttori di commercio equo e sostenibile, associazioni e ONG in America Latina, Africa ed Asia. Infine, Banca Etica aderisce a Global Alliance for Banking on Values (GABV) e Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative (Febea), i principali network internazionali della finanza etica.
Già questa sembra un’anomalia o una particolarità, perché in Italia solo a Padova una banca etica? Lo chiediamo sempre a Nazzareno Gabrielli, il Direttore Generale.
Perché qui, alla fine del secolo scorso, si sono create le condizioni; e poi grazie al “visionario” padovano Fabio Salviato, primo presidente di Banca Etica. A Padova si erano sviluppate delle iniziative importanti di commercio equo e solidale, fermenti necessari per il salto di qualità. Il NordEst ha una sensibilità ed una vivacità unici, la nostra presenza qui è significativa, con filiali anche a Verona, Vicenza, Treviso, Trieste e un ufficio a Udine. È l’area, assieme alla Lombardia, dove siamo presenti, ma abbiamo filiali in tutto il centroNord e Gruppi di Iniziative Territoriali in tutt’Italia. Perché solo noi in Italia? Mah, io vengo da Rimini dove nei primi anni del 2000 nacque Eticredito un’esperienza simile che però finì il proprio percorso inglobata nella rete delle banche tradizionali. Si tratta di attività complesse, non semplici. In 23 anni di attività Banca Etica è maturata: dopo la prima fase in cui eravamo definiti i pionieri della finanza etica, oggi abbiamo messo a punto un modello di business che si distingue per concretezza, affidabilità e innovatività nel nuovo mare magnum delle offerte di finanza vendute come sostenibili ma che nella maggior parte dei casi ancora investono di attività inquinanti o lesive dei diritti umani. Oggi siamo questo perché qui a Padova fu quindi preso l’abbrivio giusto.
Tanto giusto che il 2021 per voi è stato un anno molto positivo.
Si tratta delle prime analisi, presenteremo ai soci il bilancio consolidato il prossimo 29 marzo. Ma voglio darle per primo questo dato semplice e immediato, che dimostra concretamente che l’opzione della finanza etica è una strada sicura e generativa. Infatti, contrariamente a ciò che accade nel sistema bancario dove si riduce il personale pur registrando ottimi utili, in Banca Etica continuiamo ad assumere: nel 2021 abbiamo aumentato il personale del 10% passando da 358 a 394 dipendenti (+48% sul 2017).
Anche in piena crisi pandemica che ha colpito famiglie e imprese?
Si, abbiamo creato valore per tutti gli stakeholders. L’utile netto consolidato raggiunge quota 16,7 milioni di euro, con ottime performance per tutte le società del gruppo: Banca Etica 9,5 milioni, Etica Sgr 9,9 milioni e Cresud 98mila euro. Le masse intermediate del gruppo hanno superato per la prima volta i 10 miliardi di euro mentre il Roe (l’indice di redditività del capitale proprio) sfiora il 12%. Voglio segnalare poi la straordinaria crescita dell’erogazione di credito a supporto alle famiglie e delle imprese sociali: gli impieghi lordi hanno raggiunto il miliardo e 180 mila euro, con una crescita del +7,5% rispetto all’anno precedente e quasi il 40% sul 2017. Da notare che nello stesso periodo, il sistema bancario italiano nel suo insieme ha ridotto il credito di quasi il -4% (fonte ABI monthly outlook).
Il rapporto con la clientela?
La raccolta diretta di risparmio ha raggiunto i 2,281 mld/euro (+13,1% sul 2020 +66% dal 2017). Il capitale sociale sale a 82 milioni di euro (+6% sul 2020 e +26% dal 2017). Questo incremento, unito all’ulteriore crescita della riserva di valutazione dei titoli e dell’utile di esercizio, ci consente di aumentare gli indici di solidità patrimoniale Common Equity Tier 1 ratio e Total capital ratio, i cui valori ammontano rispettivamente al 16,2% e al 20,2%, livelli mai raggiunti prima. Ed è ancora migliorata la qualità del credito: i crediti deteriorati lordi ammontano a 61,1 mln di euro con un tasso di copertura del 51,3% e si posizionano sui livelli più bassi di sempre rispetto agli impieghi (5,21%).
Come conciliare questi, mi permetta, aridi numeri con una visione etica, cioè per “un’economia a impatto sociale ed ambientale positivo”, come afferma la Presidente di Banca Etica Anna Fasano?
Guardi, noi portiamo avanti quotidianamente la nostra sfida per mettere in pratica modelli di finanza seriamente orientati agli impatti sociali e ambientali positivi. Qualche esempio? I “workers by out”, i dipendenti che subentrano nella proprietà in aziende in difficoltà, e risolvere anche i problemi di disoccupazione giovanile: ecco il sostegno dato ai lavoratori di Officine Zanardi o delle Fonderie Dante. O i contributi prima casa ai giovani under 35, ragazzi che non potevano produrre garanzie sufficienti. Attenzione, noi non regaliamo i soldi dei nostri soci. I prestiti che eroghiamo sono a doppia valutazione di impatto, valutiamo se puoi restituire e come li utilizzerai, ma la vision è appunto “a impatto sociale ed ambientale positivo”.
Per concludere, volete così dare una testimonianza che un’altra finanza è possibile?
No, vogliamo dimostrare che siamo una alternativa reale. Anzitutto per il cosiddetto Terzo Settore che rimane il nostro primo riferimento; ma l’iniziativa di Banca Etica si propone a tutte le realtà eticamente orientate, che sono molte e insospettabili…
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