Ferriera di Servola, Arvedi investe 150 milioni. Ma preoccupano gli esuberi

A generare le eccedenze la chiusura dell'area a caldo del complesso siderurgico che dà lavoro a 400 persone e ad altre 120 nell'indotto. Il Mise disponibile ad avviare il tavolo di monitoraggio

TRIESTE - «La proprietà ha confermato di volere procedere con la chiusura dell'area a caldo della Ferriera di Servola e di volere lavorare a un piano industriale di rilancio di quella che è l'area a freddo» annunciando «un investimento di circa 150 milioni» e ribadendo il «parziale riassorbimento delle maestranze eccedenti».

Lo rendono noto Marco Relli (Fiom-Trieste), Umberto Salvaneschi (Fim-Cisl di Trieste) e il segretario Uilm di Trieste, Antonio Rodà, al termine dell'incontro che si è tenuto a Roma al ministero dello Sviluppo economico con il titolare del dicastero, Stefano Patuanelli, sul futuro del polo siderurgico triestino.

Da quanto è emerso, tuttavia - spiegano le sigle sindacali - la proprietà «non ha ancora pronto un piano industriale definito» e «questo ci preoccupa molto, perché non vediamo nulla di concreto».

«Quello che ci preoccupa è poi la questione del futuro delle aree dismesse».

In merito, spiegano le sigle sindacali, il presidente dell'Autorità portuale, Zeno D'Agostino, ha posto una domanda precisa cui la proprietà «ha risposto dicendo di volerle cedere».

In questo modo, sottolineano Fiom, Fim-Cisl e Uilm di Trieste, «si profila quanto si temeva già da lo scorso anno: da un lato, ci sarà uno sviluppo portuale» e saranno «pochissimi i posti di lavoro che verranno salvaguardati».

Dall'altro, «la volontà della proprietà di rimanere nell'area a freddo porterà forse a un riassorbimento del 30 per cento dei lavoratori».

Sul piano occupazione, ricordano le sigle sindacali, «oltre ai 400 lavoratori dell'area a caldo, a rischio ci sono i circa 120 occupati dell'indotto».

Infine, aggiungono i sindacati, «abbiamo registrato i buoni intenti da parte del ministero» per la realizzazione «della cabina di regia e la volontà di guidare questo percorso di superamento dell'area a caldo».

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