Ferie lunghe per la meccanica in frenata

Tra Veneto e Friuli Venezia Giulia molte aziende hanno anticipato il fermo produttivo per il periodo natalizio, e hanno posticipato la ripartenza all’8 gennaio

Elena Del Giudice

Fine anno in frenata e inizio 2024 al ralenti per la meccanica a Nord Est. Per molte aziende del settore lo stop legato alle festività natalizie è scattato in anticipo, con linee di produzione ferme dal 18 dicembre, mentre la ripartenza arriverà in ritardo, dall’8 gennaio in poi. Segnali evidenti di difficoltà che si sommano agli indicatori congiunturali che ormai da tre trimestri consecutivi rilevano un calo degli ordini, un grado di utilizzazione degli impianti più basso della norma, una contrazione del fatturato.

Elettrodomestico

Electrolux, colosso dell’elettrodomestico con stabilimenti in Veneto, a Susegana, e in Friuli Venezia Giulia, a Porcia, si posiziona a metà tra il numero massimo di ferie natalizie e quello minimo. Linee attive infatti fino al 20 e rientro l’8 gennaio. A Porcia gennaio debutterà, peraltro, con l’orario ridotto: 6 ore in linea e 2 coperte dai contratti di solidarietà. Non così a Susegana, che se pure manderà in archivio il ’23 con volumi leggermente al di sotto delle previsioni, non prevede al momento l’attivazione degli ammortizzatori. Ma sugli stabilimenti del “bianco” pende anche l’incertezza legata alla nuova riorganizzazione annunciata dal Gruppo, con i 3mila esuberi a livello mondo, che solo a metà gennaio saranno declinati nei singoli siti italiani. E’ intuibile che se rallenta Electrolux, altrettanto fa l’indotto. La Nidec - che sta cercando un’intesa sull’accorpamento di produzioni sul sito pordenonese per mandare a saturazione le linee - chiude il 22 per riaprire l’8. Non solo elettrodomestico in affanno, anche la meccanica legata all’edilizia arranca, e il meccanotessile.

Meccanotessile e auto

Ferie lunghe anche alla Savio, azienda del meccanotessile con headquarters a Pordenone, che pure ha appena chiuso un accordo con i sindacati. «Le prospettive per il 2024 sono tiepide - spiega Roberto Zaami, segretario della Uilm Fvg - da qui l’intesa sul ricorso alla cassa integrazione per gestire il rallentamento anche a gennaio». Sul fronte automotive la Brovedani conferma il calendario consueto e fissa la ripartenza all’8 gennaio. Bsg, azienda attiva nella produzione di caldaie, opta per le ferie lunghe. Zml, riaprirà i cancelli l’8 gennaio con qualche incertezza sulle modalità di organizzazione delle attività produttive delle tre divisioni rame, alluminio e ghisa, destinate a settori che non “corrono” come l’elettrodomestico e, in parte, l’automotive. Nell’area udinese, parlando di meccanica, spiccano l’Automotive Lighting di Tolmezzo, che ha già fermato le linee il 18 e le riattiverà l’8 gennaio, gestione assicurata dalle ferie collettive e i permessi, e Freud (Gruppo Bosch), diversi siti in provincia, che fermeranno oggi per ripartire l’8 gennaio. «Le aziende legate all’automotive - spiega Giorgio Spelat, Uilm - scontano da un lato l’incertezza legata al motore endotermico, che non sostiene il mercato dell’auto, e la perdurante difficoltà nella catena di fornitura dei chip». Se la chiusura di fine anno non è all’insegna dell’ottimismo, non lo è nemmeno l’esordio del ’24.

Prospettive

«Temiamo un inizio 2024 complicato - è la considerazione di Gianni Piccinin, segretario della Fim - per molte aziende ed alcuni settori. Fortunatamente ce ne sono alcune che stanno andando invece molto bene, un esempio su tutti la Siap di Maniago (Gruppo Carraro), ma anche la Pietro Rosa Tbm (produce componenti strutturali per il settore dell’aeronautica) e la Hager Lumetal di Porcia (quadri elettrici e centraline)». Per loro ferie al minimo e ripartenza il 2 gennaio. «Ovviamente - sottolinea Simonetta Chiarotto, segretaria della Fiom Fvg - nel momento in cui rallentano le grandi aziende, frenano anche le imprese dell’indotto, un trend che rintracciamo nelle richieste di attivazione della cassa integrazione, in aumento in questi giorni. Credo - conclude Chiarotto - che il primo semestre sarà difficile mentre le speranze si sono spostate sulla seconda parte dell’anno».

In Veneto

«Purtroppo le festività non saranno serene per molti metalmeccanici - commenta Antonio Silvestri, segretario generale Fiom del Veneto -. In particolare, il 2024 si presenta incerto per tanti lavoratori e lavoratrici, infatti ci sono interi settori in difficoltà e la cui visibilità produttiva è limitata. Penso alla filiera dell’automotive, a quello del termomeccanico, della trattoristica e dell’elettrodomestico, settori in cui lavorano decine di migliaia di metalmeccanici e metalmeccaniche. Su questa situazione pesano molto la diminuzione dei consumi data dalla perdita del potere di acquisto dei salari e delle retribuzioni, l’assenza di politiche industriali e di un’idea di sviluppo del Paese, assolutamente necessarie questa fase di incertezza». Lo stesso scenario complesso Fvg lo si ritrova in infatti in Veneto dove le chiusure lunghe si registrano in diversi settori dell’industria metalmeccanica e dove, in alcuni casi, si somma la cassa alle ferie con fermo iniziato dal 18 dicembre e rientro l’11 gennaio. A Rovigo per Agritalia l’ultimo giorno di lavoro sarà il 22 mentre la ripartenza è stata fissata al 15 (per recupero della flessibilità positiva). Nel veronese termomeccanico e siderurgico in genere stanno avendo fermate produttive abbastanza lunghe unendo cassa integrazione con fermata natalizia (ad esempio alla Ferroli). In provincia di Padova Meccanica Veneta si ferma per 3 settimane per un leggero calo degli ordini; in Komatsu ed Epta chiusura lunga (fra le 3 e le 4 settimane) con utilizzo anche della cassa oltre alle ferie. Ferie lunghe anche tra le imprese vicentine come Scm Group, Fonderie Montorso, Fonderie Cestaro, ma anche Nidec Asi e Marelli. Treviso e Venezia non registrano situazioni particolari. Rallentamento anche in diverse fabbriche bellunesi.

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