Febbre da saldi a partire da sabato: Una famiglia su 4 a caccia di sconti

Ribasso maggiore per gli indumenti. Attenzione: lo sconto in cassa sia lo stesso del cartellino. La merce difettosa si può cambiare entro 24 mesi dall’acquisto senza spese accessorie

Il tempo dei saldi estivi è arrivato. Un assaggio c’è già stato in tre regioni (Marche, Trentino Alto Adige e Sicilia), ma da dopo domani la caccia ai prezzi scontati si estenderà in tutta Italia per proseguire quasi ovunque fino a fine agosto, anche se in alcune regioni il sipario sarà aperto anche nel mese successivo. Ultimo a chiudere i battenti sarà il Friuli Venezia Giulia il 30 settembre.

1 Caccia all’occasione

Federconsumatori ha effettuato la consueta indagine per misurare il termometro degli acquisti nelle città di Roma, Milano e Napoli. Il clima generale, a quanto pare, indica un avvio frenato. Secondo le intenzioni, infatti, solo il 39,6% delle famiglie è propenso ad acquistare a saldo, con una spesa media di 132 euro a nucleo. Quindi sarà a caccia di occasioni una famiglia su quattro. L’approccio più diffuso è quello “tardivo”: i cittadini monitoreranno gli sconti per capire la loro reale convenienza, magari rimandando gli acquisti più in là, nella speranza che i ribassi aumentino. Dovrebbe andare diversamente solo nei negozi di fascia medio-alta, dove i cittadini ricercheranno le occasioni più convenienti fin dalle prime ore di apertura dei vari negozi. In crescita, invece, il numero di persone intenzionate ad approfittare sì degli sconti, ma online: 32%. Occorre ricordare che secondo i dati delll’Istat, a gennaio 2018 si è avuto, rispetto ai saldi invernali del 2017, un crollo delle vendite del 2,7% per abbigliamento e pellicceria, e del 3,1% per calzature, articoli in cuoio e da viaggio.

2 Il termometro degli sconti

Secondo le previsioni dell’Unione nazionale dei consumatori, l’abbigliamento registrerà un abbassamento dei prezzi del 21,1%, come a gennaio 2018. Peggiorano le calzature, che segneranno un ribasso del 20,4%, inferiore rispetto al –20, 7% degli ultimi saldi invernali. Nel complesso, per abbigliamento e calzature lo sconto sarà del 20,9%, in leggero calo nel confronto con gennaio (-21%). Nel dettaglio, il record della convenienza dovrebbe spettare alla voce indumenti, che con –23,2% registra la riduzione maggiore, ma stabile rispetto ai saldi invernali ed in netta riduzione con riferimento agli ultimi estivi: –24,1%. Il ribasso minore, come sempre, spetta agli accessori (guanti, cravatte e cinture), con un calo dei prezzi del 14%, unica voce che migliora con riferimento a gennaio (-12,6%), ma in peggioramento rispetto ad un anno prima (-15%).

3 Gli obblighi dei negozianti

La legge dice che, all’interno dell’esercizio, lo sconto deve essere espresso in percentuale e sul cartellino deve essere indicato anche il prezzo normale di vendita. I prodotti in saldo devono essere tenuti ben separati da quelli non scontati al fine di evitare la possibile confusione con quelli non in saldo. Il venditore è tenuto ad applicare lo sconto dichiarato: se alla cassa viene praticato un prezzo o uno sconto diverso da quello indicato, sarà bene comunicarlo al negoziante e non esitare, in caso di difficoltà, a contattare le forze dell’ordine. I negozianti convenzionati con una carta di credito sono tenuti ad accettarla.

4 Prodotti difettosi

Il Codice del Consumo garantisce all’acquirente il diritto di cambiare la merce difettosa entro 24 mesi dall’acquisto. Il negoziante è quindi obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se non è possibile la sostituzione, il cliente avrà diritto di scegliere se richiedere la riparazione del bene, senza alcuna spesa accessoria, una riduzione proporzionale del prezzo oppure addirittura la risoluzione del contratto.

5 Pubblicità ingannevole

Il venditore ha l’obbligo di consegnare al consumatore beni conformi al contratto di vendita, cioè alle descrizioni indicate nelle promozioni: in caso contrario si potrà chiedere il rimborso della spesa sostenuta. 

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