Fatturazione elettronica: grido d'allarme di Confesercenti Padova

PADOVA. Mancano tre giorni all’avvio dell’obbligo di emissione della fatturazione elettronica da parte di tutti i soggetti titolari di partita IVA con eccezione delle piccole imprese in regime forfettario, dei piccoli agricoltori e degli operatori sanitari, ma, secondo l’osservatorio della Confesercenti padovana sono ancora in molti che non sono riusciti ad adeguarsi al nuovo obbligo.
Esaminando un campione di circa 1000 imprese nel settore del commercio al dettaglio , intermediari del commercio, commercio ingrosso, pubblici esercizi e alberghi, attività professionali, abbiamo un dato di operatività già in essere con le seguenti percentuali:
- commercio autoveicoli 78%
- ingrosso e intermediari 50%
- dettaglio 25%
- alberghi e pubblici esercizi 33%
- altre attività professionali 61%
Il totale delle imprese padovane incluse nelle categorie sopra considerate sono poco più di 37.000 (commercio autoveicoli 2.700, ingrosso ed intermediari 12.400, dettaglio 13.400, alberghi ed attività ricettiva 600, pubblici esercizi 5.600, altre attività 2.500) risulta che oltre 15mila attività non sono ancora operative. Una media del 42%.
La categoria messa meglio è quella del commercio autoveicoli (in grande parte già legati alla fatturazione con la pubblica amministrazione) mentre le maggiori difficoltà le incontriamo tra i commercianti al dettaglio ed i pubblici esercizi.
L’osservatorio della Confesercenti sottolinea come un discreto numero di queste attività (circa il 10%) rientra o rientrerà con i nuovi limiti tra i soggetti minimi e forfettari esonerati dall’obbligo della emissione anche se ovviamente anche questi dovranno organizzarsi con la PEC (Posta elettronica certificata o con altri strumenti o con intermediari ) per ricevere le fatture di acquisto.
Quali sono le cause del ritardo in molti casi:
Sottolinea il Presidente Rossi: sicuramente quasi tutte le imprese obbligate alla emissione delle fatture in formato elettronico si stanno organizzando ma spesso ci troviamo di fronte a ritardi nello scaricare i programmi applicativi o nella difficoltà di formazione per l’accesso ai software in cloud,
In alcuni casi abbiamo piccolissime imprese sguarnite di qualsiasi strumento informatico e che oltre all’acquisto hanno bisogno di essere formati.
Sono ancora molti gli imprenditori che pur essendo in possesso di tutto il sistema informatico per l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche non sono ancora in grado di operare compiutamente. Del resto, continua Rossi, alcuni provvedimenti ministeriale di chiarimento sula delega a intermediari e sui contenuti tecnici della fattura sono datati 11 dicembre 2018.
Non è un caso, continua Rossi, se il 60% si affida ai servizi di intermediari in grado o di emettere la fattura e/o di gestire le fatture di vendita e quelle di acquisto.
Non so, continua Rossi, se l’obiettivo del Ministero delle finanze di costruire una banca dati di tutti i movimenti fiscali del Paese sarà raggiunto a breve ,quello che è vero è che in attesa dei dichiarati vantaggi ministeriali seguenti all’introduzione della fatturazione elettronica tutte le piccole imprese si sentono ancora una volta tartassate e colpite con ulteriori costi ed oneri burocratici.
Come associazioni abbiamo lavorato per evitare che oltre all’impegno iniziale si aggiungano anche la beffa delle sanzioni.
Un risultato è sicuramente quello che per i contribuenti trimestrali non saranno applicate sanzioni per la ritardata emissione delle fatture di vendita fino al 30 giugno 2019 (30 settembre per i mensili) a condizione che le fatture stesse siano emesse entro la data di versamento dell’IVA periodica.
Dal primo luglio in ogni caso la fattura si dovrà emettere entro 10 giorni dall’avvenuta cessione o prestazione.Si tratta di un provvedimento importante ma sicuramente sarà necessaria una sanatoria più complessiva per tutte le infrazioni formali legate alla emissione della fattura elettronica o, ancora meglio, un rinvio temporale dell’obbligo di emissione anche se di pochi mesi.
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