Eredità Del Vecchio, l’esecuzione del testamento slitta ai tempi supplementari

La struttura successoria incrocia le regole del codice civile, fatte scattare dall’accettazione del testamento con beneficio di inventario da parte dei figli più giovani, Luca e Clemente, avuti dal legame di Del Vecchio con Sabina Grossi, seguiti poi da Paola e Claudio, nati dal primo matrimonio con Luciana Nervo. Scrive il Corriere che questo ha comportato l’obbligo di una mappatura dei beni rimasti all’attivo di Delfin, una procedura terminata l’8 marzo
funberali del vecchioi...
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A quasi un anno dalla morte di Leonardo Del Vecchio, il geniale imprenditore è mancato il 27 giugno scorso, una parte delle disposizioni testamentarie ancora non sono state eseguite.

L’impero miliardario di Del Vecchio, 32 miliardi di valore, somma come noto oltre alle quote ad EssiLux e nel gruppo immobiliare Covivio, le partecipazioni finanziarie in Mediobanca, Generali e UniCredit. Il fondatore di Luxottica aveva già previsto nei minimi dettagli i passaggi successori. All’apertura del testamento l’unica sorpresa è stata l’attribuzione del 12,5 per cento della holding Delfin a otto eredi, comprendendo quindi oltre ai sei figli ed alla moglie Nicoletta Zampillo anche il figlio di lei Rocco Basilico. In realtà in successione è andato il 25% della cassaforte ancora di proprietà di Del Vecchio, perché il resto era già nella nuda proprietà dei sei figli.

Delle disposizione testamentarie devono ancora, tuttavia, essere eseguite tre voci. Vale a dire il riparto delle imposte (110 milioni), le case lasciate alla moglie e le azioni di EssiLux, del valore di circa 270 milioni, a Franceso Milleri, il manager che Del Vecchio ha scelto come esecutore della sua visione di business e che oggi è a capo sia di EssiLux che della holding Delfin.

La struttura successoria incrocia le regole del codice civile, fatte scattare dall’accettazione del testamento con beneficio di inventario da parte dei figli più giovani, Luca e Clemente, avuti dal legame di Del Vecchio con Sabina Grossi, seguiti poi da Paola e Claudio, nati dal primo matrimonio con Luciana Nervo. Scrive il Corriere che questo ha comportato l’obbligo di una mappatura dei beni rimasti all’attivo di Delfin, una procedura terminata l’8 marzo.

Le disposizioni di legge richiedono quindi che si riparta da quella data. L’ultimo capitolo della successione non si chiuderà quindi a giugno, 12 mesi dopo la morte del genio di Agordo, ma a marzo del 2024.

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