Electrolux scommette sull’innovazione: Porcia centro di sviluppo

Inaugurata la “factory” dove si elaborano progetti su prodotti e processi di lavoro Corda: «Abbiamo l’ambizione di replicare una struttura simile alla Silicon Valley»

PORDENONE. Electrolux scommette sull’innovazione per vincere la sfida competitiva e sceglie Porcia. Inaugurato ieri l’Innovation factory dove, per un anno, resteranno insediate 5 tra piccole imprese e startup, che svilupperanno - il collaborazione con il centro di ricerca di Electrolux - altrettanti progetti innovativi che impatteranno sia sul prodotto che sul processo produttivo.


All’evento inaugurale presenti ieri l’amministratore delegato di Electrolux Italia Ernesto Ferrario, Andrea Corda, responsabile della divisione della multinazionale che si occupa, a livello mondo, di tecnologia e connettività, Giovanni Pacini, direttore della divisione che si occupa di digitalizzazione delle operazioni industriali, Ruben Campagner, neo responsabile delle relazioni industriali del Gruppo, e Marco Mondini, in procinto di lasciare lo stesso incarico, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga con l’assessore alle Attività produttive Sergio Bini, il presidente di Unindustria Pordenone Michelangelo Agrusti e il direttore Paolo Candotti, il presidente della Cciaa di Pordenone Giovanni Pavan, il sindaco di Porcia Giuseppe Gaiarin, oltre ad altri rappresentanti delle istituzioni locali.



L’Electrolux Innovation factory è stata insediata a Porcia in quello che fu in terzo stabilimento della Zanussi e il primo capannone edificato a Porcia: un omaggio a Lino, innovatore ante litteram, e un nuovo destino, negli auspici brillante, per questo rinnovato opificio.

«Sempre di più ci troviamo a competer con prodotti fabbricati in Cina o in Corea, e a basso costo. Questo ci impone - ha spiegato l’amministratore delegato Ernesto Ferrario - di mantenere un’azienda efficiente, in grado di realizzare utili e garantire stabilità occupazionale. In che modo? Secondo noi attraverso l’innovazione e la digitalizzazione che, insieme, possono contribuire a generare valore».

Electrolux ha quindi iniziato a valutare “come” coniugare questi due fattori vincolandoli all’obiettivo, e dopo aver esaminato diverse esperienze, ha scelto di puntare sull’open innovation. Però in uno spazio condiviso, assegnando anche un tempo definito per la concretizzazione dei progetti. Da qui la Call lanciata in primavera alla quale hanno risposto 180 tra piccole e medie imprese e startup di mezzo mondo, quindi la selezione delle idee proposte che ha portato a 10 i semifinalisti, e ieri alla scelta dei 5 che, per un anno, resteranno insediati a Porcia. Di questi cinque, uno arriva dagli Usa e quattro sono italiani.

Le startup vincitrici sono: 3DNewtec, che si occupa di modalità di stampa in 3D, evoluta, in grado di produrre oggetti in materiali diversi (non solo gomma o plastica ma anche metallo), da installare anche in linea. Aera, che si occupa di tecnologie che consentono alle aziende di essere autonome attraverso un sistema operativo cognitivo. DigitalViews, che si propone di realizzare un sistema avanzato di controllo della produzione. LinUp. che intende sviluppare un sistema capace di migliorare la postura degli addetti in linea per migliorare ergonomia e sicurezza. Rold che si focalizza su meccatronica avanzata e integrazione tra uomo e robot.

Tra i modelli di innovazione spinta esaminati da Electrolux, non poteva mancare la Silicon Valley, e l’ambizione è quella di «replicare in Italia, in una delle location del Gruppo, questo modello - ha aggiunto Andrea Corda - è la scelta è caduta su Porcia». Con un pizzico «di orgoglio italiano perchè è stato scelto di realizzare proprio qui una struttura che ha un “mandato” globale» perchè le innovazioni che verranno realizzate, validate, implementare a Porcia, saranno poi replicate in tutte le fabbriche del Gruppo nel mondo. L’Innovation factory è dunque uno spazio condiviso funzionale «a velocizzare l’integrazione dell’innovazione» che è sperimentabile immediatamente in linea, per verificarne fattibilità e validità».

Un vincolo è il tempo. Le startup hanno un anno per completare il progetto, che sarà sottoposto a verifica alla fine del semestre. I vantaggi per queste aziende sono la disponibilità di competenze che non hanno al proprio interno, e possono quindi contare sulla “forza” del centro di ricerca di Electrolux, e la verifica sul campo della validità dell’idea. Ovviamente l’innovazione deve essere anche sostenibile. «Avevamo chiesto delle magliette in grado di monitorare alcuni parametri, ci sono stati proposti due modelli entro sei mesi a 50 mila euro. Non è questo - ha chiarito Ferrario - ciò che cerchiamo».

In corso di sperimentazione all’Innovation factory già due progetti: un robot in grado di assemblare parti di un aspirapolvere (progetto sviluppato a Porcia ma che sarà utilizzato dallo stabilimento ungherese di aspirapolveri) risparmiando all’operaio in linea la fatica fisica di far combaciare, agganciandoli, i due pezzi. L’altro è un’isoscheletro dotato di sensori e anche di un sistema di supporto che consente al lavoratore di “sedersi” senza utilizzare una sedia, ed un altro con sensori nei guanti in grado di leggere i codici a barre dei pezzi da montare. 

Riproduzione riservata © il Nord Est