«Innovazione e AI, per Sportsystem un anno di fuochi d’artificio»

L’analisi di Gianni Frasson, presidente della Fondazione del distretto Asolo-Montebelluna: «Dall’Intelligenza Artificiale alle Olimpiadi 2026: abbiamo energie e competenze per crescere ancora»

Giorgio Barbieri

 

«È stato un anno con i fuochi d’artificio: eventi, progetti, corsi, collaborazioni. Il distretto si è rimesso in moto e lo abbiamo visto con i nostri occhi». Gianni Frasson, general manager di Frasson Spa e di Rubbermac, è alla guida della Fondazione Sportsystem, l’ente che riunisce imprese, professionisti e istituzioni del distretto di Asolo-Montebelluna, cuore italiano della calzatura tecnica e degli sport invernali. Negli ultimi dodici mesi la Fondazione ha accelerato su formazione, innovazione, valorizzazione culturale e promozione internazionale. Un lavoro intenso, mentre il settore guarda alle Olimpiadi Milano-Cortina e alle sfide della competizione globale.

Perché parla di un anno da fuochi d’artificio?

«Perché abbiamo davvero attivato tantissime cose. È stato un periodo molto intenso ma anche molto bello da vivere: la Fondazione ha ritrovato grande energia e partecipazione da parte delle aziende».

La formazione è uno dei pilastri di questo rilancio.

«Sì, abbiamo avviato nuovi corsi che integrano competenze cruciali per il futuro del settore, come l’intelligenza artificiale e l’eco-design. Il successo è stato immediato. Un aneddoto lo racconta bene: un ragazzo, impegnato nel corso sull’AI, non ha potuto partecipare a un paio di lezioni per motivi di lavoro e ne era sinceramente abbattuto. Per far capire quanto i giovani sentano che questi contenuti riguardano davvero il loro futuro professionale».

Che tipo di nuovi percorsi avete strutturato?

«Ai corsi storici della Fondazione - modelleria, orlatura, Cad (progettazione assistita da computer) - abbiamo affiancato moduli dedicati a quadri tecnici e figure manageriali dello Sportsystem. Abbiamo lanciato tre corsi brevi da 24 ore, ciascuno con docenti delle Università di Bologna, Padova e Verona, focalizzati su nuovi materiali e tecnologie. La formula breve, pensata per chi lavora già in azienda, è stata molto apprezzata».

Parallelamente avete avviato due percorsi di formazione più lunghi. Su cosa si concentrano?

«Uno è dedicato all’intelligenza artificiale ed è realizzato con Mia Academy; l’altro riguarda eco-design e sostenibilità, in collaborazione con Ecoesedra. Il punto è che non si tratta di percorsi generici: i contenuti sono stati modellati sulle esigenze specifiche delle aziende del distretto e sulle normative europee che riguardano i nostri prodotti».

Come stanno andando le aziende del distretto dello Sportsystem?

«Anche se i dati completi del secondo e terzo trimestre devono ancora arrivare, il primo trimestre dell’anno aveva già mostrato una ripresa significativa. Il post-Covid è stato complicato, ma a differenza del comparto moda e lusso il tecnico-sportivo ha dato segnali positivi. Noi crediamo che il 2025 seguirà questo trend: miglioramento o stabilità, ma niente cali marcati come nel 2023 e 2024. Lo vedo anche dal mio osservatorio aziendale: come fornitore di molti brand noto un rimbalzo interessante negli ordini».

All’orizzonte ci sono le Olimpiadi. Che impatto avranno?

«Saranno un’ottima vetrina, soprattutto per il comparto neve. Però bisogna essere realisti: non possiamo aspettarci un effetto travolgente sui bilanci delle aziende. Certamente porteranno attenzione e opportunità. E ricordiamo che il 70% degli attrezzi e delle calzature degli atleti arriverà da Montebelluna e Asolo: è una percentuale che dice tutto sul peso del distretto».

State anche lavorando per avere una presenza importante presso la Fiera di Longarone, hub dei collegamenti verso Cortina. Come?

«Siamo dialogando con l’ente fiera e il Circolo Cultura e Stampa Bellunese per essere presenti per tutta la durata dei Giochi con uno spazio nel padiglione “Sci di gloria”, dedicato all’innovazione dello scarpone da sci e ai brand del distretto. Inoltre stiamo progettando uno spazio nell’Agorà dell’innovazione, per ospitare marchi che producono calzature tecniche per montagna e sport invernali ma non direttamente legate allo sci. Longarone sarà un punto di affluenza importante perché da lì partiranno i pullman per Cortina».

Oltre alla visibilità, state lavorando sulla sede della Fondazione. Qual è il progetto?

«Vogliamo rinnovare un’ala di Villa Zuccareda Binetti con l’obiettivo di spostare qui tutte le attività di formazione, che attualmente si svolgono nella nostra sede in Piazza Aldo Moro in centro a Montebelluna. Trasformeremo lo spazio in un vero e proprio hub per la formazione, con aule, laboratori attrezzature. Il progetto è già stato inserito nell’Art Bonus e la raccolta ha coperto il 90% del fabbisogno. Siamo in attesa dell’ultimo via libera della Soprintendenza. Contiamo di completare tutto entro il 2026».

Un altro fronte riguarda l’internazionalizzazione. Che cosa state facendo concretamente?

«Stiamo collaborando con il Ministero degli Esteri, Ice e diverse ambasciate. Tra due settimane saremo a Milano per un incontro dedicato alla promozione del Made in Italy nel mondo. Vogliamo aiutare soprattutto le aziende più piccole, che hanno prodotti di grande qualità ma meno capacità commerciale, a trovare contatti e sbocchi all’estero. Oggi non esistono mercati marginali: Arabia Saudita, Canada, Sud America, Alaska. Ovunque esistono nicchie che cercano prodotti tecnici europei».

Il distretto si sta anche diversificando. Non solo sport.

«È così. Dallo sport derivano soluzioni per la sicurezza, per i vigili del fuoco, per il settore militare, e ora si stanno affacciando applicazioni anche nell’aerospazio. Questo rende il nostro know-how estremamente versatile. Non dobbiamo chiuderci in confini settoriali: le opportunità sono molte di più di quelle che immaginiamo».

Parliamo di aggregazioni: tema delicato, ma sempre più centrale. Perché?

«Perché oggi per competere servono massa critica, investimenti e visione condivisa. Nel distretto ci sono molte aziende familiari solide ma spesso isolate. Negli ultimi giorni è uscita una notizia importante (l’ingresso di Roberto Giordani, fondatore di Montura, nel capitale della trevigiana Garsport, ndr) che ha fatto molto rumore e creato ottimismo. Se due o tre realtà iniziano a muoversi, si crea un effetto domino. Io credo che nei prossimi mesi vedremo cose interessanti».

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